12.09.2024 – Si terrà a Foggia, presso la Sala Grigia del Palazzetto dell’Arte “Andrea Pazienza”, dal 22 al 28 Settembre 2024, la mostra di opere degli allievi dei corsi di disegno e pittura dell’A.P.S. I PER-CORSI DELL’ARTE E.T.S. dal titolo “SULLE ORME DEL COLORE”.

La collettiva, realizzata con il patrocinio del Comune di Foggia e curata da Stefania Piccirilli, Rocco Marino e Michelangelo Pietradura, raccoglie un corpus di circa trentadue opere realizzate da ventitré artisti, talune che rappresentano studi di opere di altri artisti, altre che si configurano come vere e proprie opere personali.

L’evento intende da un lato promuovere la creatività artistica e l’interesse verso la museologia e l’allestimento di una mostra di opere d’arte, dall’altro intende avvicinare il pubblico al mondo dell’arte visiva attraverso un contatto più ravvicinato e più intenso con i dipinti e con l’arte, in un’ottica di scambio e condivisione per favorire nuove prospettive di crescita personale e collettiva.

I lavori realizzati, pur mantenendo una capacità poietica-emozionale propria, mirano a sviluppare una maggiore sensibilità verso l’arte, il territorio, il patrimonio artistico-culturale locale, la consapevolezza della potenza terapeutica dell’arte. La mostra permette, inoltre, agli artisti il riconoscimento del proprio operato, in quanto un’opera d’arte può essere considerata tale se è in grado di comunicare un messaggio, di suscitare emozioni o di stimolare la riflessione.

Abbiamo chiesto a Stefania Piccirilli in che modo, durante i loro percorsi artistici, i suoi allievi si sono trasformati godendo dei benefici dell’arte come forma di terapia.

L’arte ha senza dubbio un forte potere terapeutico, come una carezza, una cura che non abbandona mai, una coccola, un dondolio dolce che accompagna verso luoghi sconosciuti. I miei allievi ed io stessa ci trasformiamo continuamente durante le nostre attività creative. Ognuno segue un percorso personale, a contatto con la parte più intima di sé, spesso nascosta, sconosciuta o sopita. Inoltre, i nostri laboratori hanno uno scopo inclusivo, che punta ad una elevazione spirituale capace di liberarci dal pregiudizio, dalle paure, dalle insicurezze.
L’arte è possibilità, è condivisione, è ritornare alla vita ridisegnando le emozioni. Negli anni ho assistito a cambiamenti importanti da parte degli allievi, non solo dal punto di vista delle abilità tecniche, ma soprattutto dal punto di vista psicologico, emozionale. Questa, la nostra più grande soddisfazione, la bellezza del condividere gioia.”

“L’arte ha la capacità di modificare e suggestionare profondamente il modo di percepire e interagire con lo spazio che ci circonda – ci spiega il curatore e artista Michelangelo Pietradura – Quando va a interagire con un territorio, l’arte non si limita ad amplificare la bellezza dei luoghi, ma veicola una profonda elevazione del territorio e degli abitanti, consentendo di dare il via a favorevoli opportunità di potenziamento culturale ed economico.

L’arte inserita nella comunità, diviene un mezzo di condivisione di riflessione e di conoscenza tra i soggetti. Le interazioni artistiche creano delle agorà dove dialogare e stimolare il pensiero critico che si catalizza per un mutamento culturale.

L’arte può essere l’anello di congiunzione tra le tradizioni e le innovazioni di una comunità, consente di dare nuove occasioni di crescite future pur mantenendo intatta la propria identità culturale.

Inoltre, le attività artistiche e culturali attirano investimenti e turisti, contribuiscono all’incremento della capacità economica locale e danno nuove opportunità di lavoro. La presenza di spazi creativi possono favorire nuove possibilità di apprendimento e di coinvolgimento civico.

In conclusione, l’arte può essere un sofisticato strumento di rigenerazione urbana e può amplificare il senso di appartenenza anche delle nuove generazioni a cui verrebbero offerte nuove opportunità di crescita.”

Museologia

Il percorso laboratoriale precedente alla mostra, diretto dal critico d’arte Rocco Marino e dall’artista Michelangelo Pietradura verte sulle caratteristiche strutturali, conservative e di tutela di beni appartenenti all’identità sociale e culturale di un territorio.

L’uomo ha da sempre nutrito l’esigenza di circondarsi di oggetti, dai monili e ornamenti della persona a quelli dell’ambiente che lo circonda, quasi sentisse che il linguaggio e le espressioni verbali e scritte non fossero sufficienti a comunicare con chiarezza il messaggio che intendeva veicolare ai suoi simili.

Da questa esigenza si è sviluppata, trasformandosi nei secoli, la museologia, una scienza impegnata oggi non solo nello studio dei musei, ma anche in quello delle risorse necessarie per catalogare oggetti e delle tecniche per la giusta e corretta conservazione.

Il museo, diventa così un contenitore, non solo di manufatti, ma di emozioni, espressioni, stati d’animo a servizio del pubblico e della comunità, stabilendo un dialogo sinergico tra sé e il mondo esterno.

“Nonostante la prima istituzione museale aperta al pubblico fosse rappresentata dalla collezione dei Musei Capitolini, inaugurata a Roma nel 1734, sotto il pontificato di Clemente XII, fu solo con la Rivoluzione Francese che il Museo diviene luogo di conoscenza e istruzione, messo a disposizione del pubblico col fine di superare le vecchie barriere di classe. Espressione del nuovo spirito riformatore diventa il Muséum Central des Arts, primo nucleo dell’attuale Louvre, che apre a Parigi nel 1793 – Ci racconta il critico d’arte Rocco Marino – Nel corso del XIX secolo l’Europa vede la nascita di numerosi musei, dal Royal Museum a Bruxelles al Rijksmuseum ad Amsterdam, dai Musei Vaticani a Roma alla Pinacoteca di Brera a Milano, dal Museo del Prado a Madrid al British Museum a Londra, fino all’Hermitage di San Pietroburgo.

Queste istituzioni sono accomunate dalla vocazione allo studio e al bene collettivo e comunicano i propri intenti utilizzando i riferimenti alla civiltà greca nella forma architettonica del tempio scelta per gli edifici, appositamente costruiti per le istituzioni museali che nelle forme classiche rivendicano oltre alle finalità didattiche e formative anche il potere dello stato; il Museo si configura come Tempio dell’Arte.

Nel 1857 il Kensigton Museum ha superato per primo la concezione della sacralità del museo aprendo a un pubblico più vasto e adottando gli schemi degli spazi commerciali e industriali nell’utilizzo del ferro e del vetro per la propria sede. Queste nuove prospettive, soprattutto l’ampliamento del pubblico e il fine sociale della didattica, elaborate in Europa sono state sviluppate nel museo americano del XX secolo, il quale oltre che luogo di conservazione diviene anche luogo di promozione sociale.

Il Metropolitan Museum di New York e il Philadelphia Museum of Art, attraverso l’attenzione rinnovata a un pubblico molto vasto e alla sensibilità al rapporto con la produzione industriale, hanno inaugurato una nuova concezione di museo inteso come servizio al pubblico. Nei primi anni del XX secolo il Museo non è più espressione della cultura nazionale e dello Stato ma, sulla scorta delle dinamiche della società industriale, apre
all’idea di uno spazio destinato oltre che alla cultura anche al commercio, sostituendo all’idea del museo-tempio quella di uno spazio espositivo mutevole che si esprime anche dal punto di vista architettonico attraverso il riferimento ai grandi hangar identitari delle aree metropolitane.

L’unione tra arte e pubblico diventa l’obiettivo centrale del museo contemporaneo, incarnato dal Beaubourg
voluto dal presidente francese George Pompidou, e segna la trasformazione decisiva a proiettare il museo nel postmoderno a partire dagli anni ottanta del XX secolo. L’edificio, progettato da Renzo Piano e Richard Rogers e inaugurato nel 1977 a Parigi, è un centro culturale, polifunzionale e multidisciplinare che cancella il concetto tradizionale di museo come luogo di conservazione per diventare una vera e propria fabbrica culturale, simbolo del luogo di consumo culturale di massa.

Ringraziamo i curatori della mostra per averci consegnato i loro pensieri e le loro conoscenze. L’appuntamento è dunque a Foggia nel Palazzetto dell’Arte “Andrea Pazienza”.

Info

Il vernissage della mostra “Sulle orme del colore” si terrà il 22 Settembre 2024 alle ore 18:00 con la presentazione delle opere da parte dei curatori. La mostra sarà visitabile fino al 28 Settembre 2024 tutti i giorni tranne il lunedì, dalle ore 09:00 alle ore 13:00 e dalle ore 16:00 alle ore 20:00.

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Manuela Bellomo