23.02.2025 – Giunti al termine di questa settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo, condotto magistralmente con grande professionalità per la quarta volta da Carlo Conti, possiamo finalmente tirare le somme sulle cinque serate della kermesse, che si sono svolte come sempre al Teatro Ariston di Sanremo da martedì 11 febbraio a sabato 15 febbraio e che ha visto quest’anno superare ogni aspettativa di record di ascolti con oltre 13 milioni 427 mila spettatori, pari ad uno share del 73.1% solo nella serata finale e complessivo nelle cinque serate pari al 67,1%.

Un risultato che migliora di circa un punto quella dello scorso anno, ma soprattutto che evidenzia un Festival sempre più digital – come afferma Marcello Ciannamea, direttore del Prime Time della Rai, sottolineando come il 12% di questi dati derivi proprio dall’uso dei social, utilizzato per lo più dai giovani che quest’anno, a grande sorpresa, hanno monopolizzato ben l’84% di share medio.

E potrebbe essere questo uno dei motivi per cui il vincitore di questo Festival, così discusso, è stato proprio il genovese Federico Olivieri, in arte Olly, classe 2001, dottore in Economia e management d’impresa ed ex terza linea centro Cus, idolo dei giovanissimi.

Figlio di un avvocato e di una magistrata, già secondo posto nel 2022 a Sanremo Giovani con “L’anima balla” e autore di due album, il rapper poi divenuto cantautore, ha conquistato il pubblico dei più giovani con la sua “Balorda nostalgia”, riflessione su un amore finito, e schizzato sin dalle prime esibizioni in testa ai brani più diffusi in radio insieme ad Achille Lauro, The Kolors e Gaia.

C’è da riflettere però come anche Olly sia stato prodotto dalla quarantunenne Marta Donà, laureata in Scienze della Comunicazione, la stessa manager vincitrice di ben quattro Festival in cinque anni, senza tener conto dei Maneskin nel 2021 con “Zitti e buoni”.

La sua agenzia, fondata nel 2016 si chiama La Tarma, un team tutto al femminile diviso in due sezioni, Entertainment e Records, dedicata agli artisti emergenti che annovera nella sua scuderia artisti del calibro di Mengoni (vincitore del Festival di Sanremo nel 2023 con “Due vite”), ma anche Angelina Mango (vincitrice del Festival di Sanremo nel 2024 con “La noia” e Francesca Michielin. Ma non è finita qui. Il nome di Marta Donà che appare del tutto sconosciuto in realtà così non è, essendo “nipote d’arte” di Adriano Celentano e Claudia Mori.

Passiamo al secondo ma, decisamente a mio parere, indiscusso settantacinquesimo re di Sanremo e vincitore del Premio della Critica “Mia Martini”: Lucio Corsi, cantautore toscano classe 1993, cresciuto nelle campagne di Vetulonia, a soli 0.4% di voti in meno da Olly, tenendo in considerazione tutte e tre le componenti (televoto, sala stampa, radio). Qui la musica cambia, e stavolta sul podio anche se non al primo posto è salito un cantautore autentico, vera sorpresa di questo Festival, in grado di mettersi a nudo con semplicità, senza pensare troppo ai look sfarzosi, alle collane di marca, capace di puntare dritto all’essenza della sua arte.

Del resto cosa dovrebbe dimostrare se non ciò che traspare dai suoi versi poetici, dalla sua umiltà, dalla sua passione e dalla sua genuinità. Un menestrello d’altri tempi, che rimanda un po’ per certi versi al glam rock e al folk, a Bob Dylan ma anche agli immensi David Bowie e Peter Gabriel, a cui si ispira per il loro trasformismo, come ben si evidenzia anche nel viso dipinto di bianco nell’esibizione dello stesso Festival, artisti che lui stesso ha ammesso essere punti di riferimento nella sua carriera artistica.

Con il suo “Volevo essere un duro“, Corsi si è rivolto al cuore degli ascoltatori, con un testo poetico che racconta il desiderio del protagonista di essere un “duro” in un mondo dove i deboli non hanno spazio, ma che alla fine ognuno di noi deve accettare con le proprie debolezze e fragilità senza scappare dai propri timori. Una ballata capace di coniugare sapientemente le rime della lingua italiana con una melodia allo stesso tempo semplice ed accattivante.

Lucio Corsi, che si è trasferito a Milano sin da giovanissimo, lasciando la sua adorata Maremma (dove ama rifugiarsi appena può) inseguendo il suo sogno di fare il musicista, si è subito fatto notare, con una attività artistica ed incessante. Il suo primo EP “Vetulonia Dakar” risale al 2014, il primo album in studio “Bestiario musicale” risale al 2017 con la Picicca Dischi, ma successivamente ha aperto concerti importanti come quello degli Stadio nella serata finale di Festambiente, ma anche dei Baustelle e di Brunori Sas nei rispettivi tour teatrali risultando anche finalista nella ventottesima edizione del prestigioso festival Musiculturita.

Dal 2019 con la Sugar Music di Caterina Caselli, arriva la pubblicazione del suo secondo album “Cosa faremo da grandi?“ prodotto da Francesco Bianconi (Baustelle) e Antonio Cupertino, e poi ancora la pubblicazione del brano “Tu sei il mattino” compreso nella colonna sonora della terza stagione della serie Vita da Carlo di Carlo Verdone, dove ha anche recitato.

Altra nota di merito, nella serata dei duetti, l’interpretazione originalissima di “Nel blu dipinto di blu” noto anche come “Volare” di Domenico Modugno, cantata a due voci con il personaggio di Topo Gigio (stavolta la voce è di Leo Valli, pseudonimo di Carlo Migliorin), che esordì in televisione nel 1959 proprio con la voce di Modugno. Del resto come afferma lo stesso Corsi, “l’elemento della musica è proprio l’aria”.

Non ci resta che ascoltare ora il menestrello toscano all’ Eurovision Song Contest 2025, Dopo la rinuncia di Olly, che si terrà a Basilea, in Svizzera dal 13 al 17 maggio, dove certamente saprà portare in alto il nome della canzone d’autore italiana.

Ma le sorprese della settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo non finiscono qui, portando sul podio, come terzo classificato nuovamente un cantautore e stavolta parliamo di Brunori Sas, pseudonimo del cosentino Dario Brunori, classe 1977, il cui nome d’arte è un chiaro riferimento all’impresa edile dei genitori da sempre sostenitrice dei suoi progetti artistici.

Compositore, musicista e produttore raffinato, cantautore indipendente e rappresentante del miglior cantautorato degli ultimi anni, Brunori Sas ha all’attivo ben sei album e quattro colonne sonore, tra cui due film del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo “Odio l’estate” (2020) e “Il grande giorno” (2022), vincendo per la prima il Nastro d’Argento alla migliore colonna sonora.

Il brano presentato a Sanremo “L’albero delle noci”, è dedicato a sua figlia Fiammetta, nata nell’ottobre del 2021 dall’unione con Simona Marrazzo, compagna da oltre vent’anni e figura fondamentale nella vita del cantautore cosentino, nonché sua manager e socia nell’etichetta discografica Picicca Dischi, fondata insieme nel 2010.

Sin dalla prima esibizione sanremese il testo toccante ha saputo coinvolgere il pubblico, l’importanza di diventare genitori, lo stupore ed il senso di responsabilità nell’esserlo sono il fulcro di un brano che ha convinto da subito.

Un brano che mi fa il cuore dolce” racconta lo stesso cantautore, “e in cui ho cercato con coraggio di cantare la gioia, ma anche l’inquietudine che una nuova nascita porta con sé: l’amore che non chiede niente in cambio, la felicità assurda e a tratti incontenibile, ma anche la paura di poterla perdere “sta felicità”, il rimpianto per la vita di prima, il tempo che non torna. E poi la terra, le radici, le stagioni, le foglie che vanno e quelle che vengono. E forse su tutto l’altalena perenne fra il bimbo che vorrebbe eternamente raccontare favole e l’adulto che sa quanto importante sia ciò che risiede nell’ombra. La linea sottile che passa fra essere genitori e sentirsi ancora figli”.

Questo albero diventa così il simbolo di radici e legami familiari profondi, la solidità ma anche l’intreccio di relazioni umane complesse, dai rami contorti ma dalle radici profonde.

Un Festival che, pur accontentando nel risultato finale i giovanissimi con la vittoria del loro beniamino Olly, ha saputo decretare il ritorno della canzone d’autore sempre più apprezzata dal grande pubblico, oramai stanco di prodotti musicali preconfezionati e artefatti.

E ora facciamo il tifo per il nostro Lucio Corsi all’Eurovision Song Contest 2025 e attendiamo la nuova edizione del Festival di Sanremo che certamente saprà ancora una volta stupirci come quella appena terminata.

Foto dal web.

Claudia Mastrorilli