27.05.2020 – Il Decreto Rilancio ha posto l’attenzione esclusivamente sugli aspetti economici della crisi, intervenendo, seppur in modo concreto, unicamente su questo fronte. Sembra tuttavia ignorare completamente le conseguenze sulla salute mentale dei cittadini, non prevedendo alcuna forma di investimento per l’assistenza psicologica sia nel settore pubblico che in quello privato.
Il rammarico e il timore di conseguenze irreparabili ha spinto l’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia a scrivere una lettera di proposte di misure preventive strategiche indirizzata al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al Vicepresidente della Regione Puglia Antonio Nunziante e al Presidente della Commissione Sanità Giuseppe Romano al fine di intervenire repentinamente sulle possibili conseguenze dell’epidemia.
“La vita degli italiani è stata completamente stravolta dalla pandemia e dalle misure adottate per limitarne il contagio e tutto ciò sta avendo delle serie e preoccupanti conseguenze che non possiamo continuare ad ignorare” afferma il presidente dell’Ordine Vincenzo Gesualdo. “Forse qualcuno ignora che l’emergenza che il nostro Paese sta affrontando sia non solo economica, ma anche socio-sanitaria. Otto italiani su dieci ritengono infatti urgente il ricorso allo psicologo e allo psicoterapeuta”.
Fra le proposte vi è il reclutamento di psicologi nel Servizio Sanitario Regionale, già peraltro espressamente previsto nel DL. N. 14 del 09.03.2020, l’attivazione della figura del referente della funzione di supporto psicosociale, previsto dalla Direttiva PCM 13/06/2006, e prevedere alcune misure collettive che garantiscano l’accesso alle prestazioni psicologiche, anche attraverso la previsione di un bonus in favore delle fasce della popolazione più a rischio sociale ed economico.
Tutt’oggi sono ancora attivi sia i numeri telefonici predisposti dall’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia che i numeri istituiti dai vari Comuni. È attiva l’erogazione dell’assistenza psicologica alle persone colpite dal virus, ai loro familiari, a coloro i quali hanno perso i propri congiunti, ai sanitari in prima linea e a tutti i cittadini che ne fanno richiesta. Secondo un sondaggio effettuato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, su dieci psicologi mobilitati per la pandemia Covid-19, sette lo hanno fatto in modo del tutto solidale. È evidente, però, che questa attività di sostegno psicologico, espletata in forma solidale e volontaria, non può protrarsi oltre.
“La condizione esistenziale che stiamo sperimentando a breve, medio e lungo termine comporterà un incremento considerevole di forme di ansia, stress, angoscia, fobie, crisi di panico, somatizzazioni, depressione e di suicidi. È quindi improcrastinabile dare attuazione al servizio di psicologia di base e delle cure primarie nonché all’istituto del convenzionamento e dell’accreditamento per consentire ai cittadini di accedere alle prestazioni psicologiche e psicoterapeutiche previste dai Livelli Essenziali di Assistenza” conclude Gesualdo.