1.07.2024 – Non poteva chiudere nel modo migliore la quattordicesima edizione del Medimex, l’International Festival & Music Conference, il cui organizzatore e coordinatore artistico l’instancabile Cesare Veronico (Medimex/Puglia Sounds), dopo il successo della formazione dei The Smile, ha centrato ancora una volta l’obiettivo con oltre diecimila spettatori complessivi, portando in Puglia, due formazioni storiche della scena rock britannica: The Jesus and Mary Chain (unica data del Sud Italia) e The Pulp (unica data italiana). Il duplice concerto, che si è tenuto domenica 23 giugno nella rotonda del lungomare Vittorio Emanuele III, oltre che registrare un successo di vendite di biglietti all’estero coinvolgendo ben 29 Paesi dagli Stati Uniti alla Russia, con la quasi totalità dei paesi europei, ha decretato ancora una volta Taranto, capitale della musica internazionale.
Ad aprire la lunga notte rock, anticipati dal gruppo indie Made in Puglia dei Guatemala, la formazione storica di Glasgow di The Jesus and Mary Chain, dei fratelli Jim e William Reid, che nel 2024 hanno festeggiato il 40esimo anno del loro primo singolo “Upside Down” con l’uscita del loro nuovo ottavo album “Glasgow Eyes”, registrato presso lo studio Castle of Doom di Mogwai a Glasgow (lo stesso del precedente album “Damage and Joy” del 2017).
L’emozione è tanta quando l’iconica formazione scozzese sale sul palco, acclamata a gran voce dai fans illuminati dal riflesso della luna piena, pronti ad intonare il primo recentissimo brano in scaletta “Jamcod” a cui seguiranno alcuni evergreen come “Happy When It Rains” (dall’album “Darklands” datato 1987) e “Head On”, per poi proseguire con “All Things Pass” (dal penultimo album “Damage and Joy” del 2017), “Chemical Animal”e l’incalzante “In a Hole” (dal fortunatissimoalbum d’esordio “Psychocandy” del 1985).
Avvolti da un gran fumo e da immagini elettroniche e pulsanti, la voce di Jim, appare quella di sempre, persino il suo modo di piegarsi in avanti verso l’asta del microfono a filo, con due, tre o forse più giri del cavo tenuti con la mano destra, è sempre lo stesso. In bilico tra post punk, rumorismo, elettronica ed esplosioni noise, il concerto prosegue con “Sidewalking”, “Blues from a gun”, la briosa e decisamente più pop “Girl 71” e ”Some candy talking”.
Momenti di intensa emozione quando il frontman dei Pulp Jarvis Cocker sale sul palco per cantare con Jim lo storico brano “Just like Honey” del 1985, una esibizione acclamata e resa nota da numerose testate inglesi, come il prestigioso New Musical Express e persino da Stereogum, il miglior blog musicale del mondo con centinaia di migliaia di follower, che non fanno che confermare il respiro internazionale del Medimex. In un crescendo di emozioni, tra melodia e feedback, il live si chiude con i brani “Venal Joy”, “Darklands” (title track dell’album datato 1987), “Taste of cindy” e la splendida “Reverence”, altra chicca per gli oltre quattromila fans giunti da tutto il mondo.
Eccoci giunti ai Pulp, introdotti da pulsanti video e scritte nella quale si staglia la frase “Questa notte ve la ricorderete per tutta la vita!” ad anticipare la portata di un concerto, unico in Italia e il loro terzo in assoluto nel nostro Paese (Venezia 1999 e Pordenone 2012), che ha il sapore di un evento irripetibile per i fortunati spettatori del Medimex. Ma ecco comparire l’istrionico Jarvis Branson Cocker, fondatore del gruppo nella città di Sheffield nel lontano 1978, allora appena quindicenne, stagliarsi alla sommità di una scalinata quasi a sovrastare il palco con indosso, malgrado le alte temperature, un elegantissimo abito di velluto nero dello stilista britannico Edward Sexton.
Sul palco sette straordinari musicisti, con alle tastiere Candida Doyle e la violinista Emma Smith, a supportare magistralmente l’eccellente performance di Cocker, folletto impazzito e trascinante, perfetto performer capace di riproporre per circa due ore le sue movenze geometriche e volutamente scoordinate, che un po’ ricorda il nostro Celentano, ma anche l’immenso Nick Cave ospite dell’edizione Medimex 2022. Autore del libro autobiografico “Good Pop Bad Pop”, una sorta di inventario che copre la sua vita dall’infanzia fino al 1985, arrivato qui in Italia grazie a Jimenez Edizioni, il talentuoso Cocker convince sin da subito e travolge il pubblico impazzito come in un vortice brit pop.
L’intera scaletta è quasi totalmente incentrata sul quinto album dei Pulp “Different Class” (1995 Island Records) che decretò inconfutabilmente il successo della band britannica. Ad aprire il set “I spy”, “Disco 2000”, “Mis Shapes”, “Something changed” (dedicato al bassista Steve Mackey deceduto a soli 56 anni il 2 marzo 2023), “Pink glove”, “Weeds” e “Weeds II”, “F.E.E.L.I.N.G C.A.L.L.E.D L.O.V.E.”, “This is hardcore” fino ad arrivare, in un crescendo di emozioni con il pubblico letteralmente in delirio trascinato dai ritmi scatenati e dai riff chitarristici, all’immancabile “Common people”.
Vera e propria chicca finale, in un bis decisamente inaspettato, “Bar Italia” riprodotta dal vivo dopo oltre dieci anni, che narra di un bar gestito da italiani aperto 24 ore su 24 situato nel quartiere londinese di Soho, nel quale come spesso accadeva negli anni ’90, gli artisti si ritrovavano anche per sorseggiare solo un thè. Un concerto difficile da dimenticare, che ancora una volta porta Taranto ed il Medimex, grazie alle scelte coraggiose del coordinatore artistico Cesare Veronico, ad essere “centro del mundo” in campo artistico e musicale.
Foto: @Medimex
Claudia Mastrorilli