20.11.2018 – E’ stata inaugurata lo scorso venerdì 16 novembre, con la rassegna “Around Jazz“, la decima stagione artistica del Teatro Forma di Bari, diretta come sempre magistralmente da Michelangelo Busco che, anche quest’anno, ha saputo sapientemente coniugare nuove tendenze musicali e artisti nuovi e meno giovani in un programma di indiscutibile spessore artistico.
Ad aprire la kermesse, in un Teatro letteralmente sold out, il nuovo recital “Piano poetry” per piano e voce narrante di Sergio Cammariere e del regista, drammaturgo e attore pugliese Cosimo Damiano Damato.
Un sodalizio artistico nato qualche anno fa in occasione del video cartoon di Sergio Cammariere “Dalla pace del mare lontano“, realizzato grazie al contributo dell’Apulia Film Commission curato dallo stesso regista pugliese (animazione a cura di Giancarlo D’Incognito, Gianfranco Bonadies e Christian Nirvana Damato), premiato alla quindicesima edizione “Roma videoclip – il cinema incontra”.
Ed è proprio il videoclip ad aprire il live, attesissimo dal pubblico accorso numerosissimo per l’evento, dove si mostra un Sergio Cammariere che suona il suo amato pianoforte in balia del mare, portando in salvo animali dalle sembianze di Paoli (il gatto), De Andrè (il cavallo), Lucio Dalla (il ragno), Francesco De Gregori (il rospo), Francesco Guccini (l’orso), Franco Battiato (l’ aquila), Luigi Tenco e Dalila (i due passeri), Piero Pelù (la scimmia), Gianmaria Testa (il cane), Fiorella Mannoia (la leonessa), Vinicio Capossela (il corvo) e Domenico Modugno (il delfino).
In una scenografia decisamente minimale, un pianoforte ed una macchina da scrivere illuminata da una lampada Churchill, il progetto di Cammariere-Damato sembra sin da subito portare l’ ascoltatore in una altra dimensione, quasi in un miracolo emotivo, fatta di onde e suggestioni marine, nella quale parole e musica sembrano fondersi indissolubilmente. Già, è proprio il mare ad accomunare i versi di Damato e le musiche di Cammariere, capace di ridisegnare la geografia in cui Oceano e Mediterraneo si uniscono in un solo bacio, una sola lingua e trovano nella poesia il loro subcontinente.
Ad aprire il concerto, con un Cammariere visibilmente emozionato, “Sorella mia“, a cui seguirà un breve monologo scritto dallo stesso Damato, per poi proseguire con “E mi troverà” ed una toccante poesia “L’ultima sequenza” (tratta dal canzoniere di Cosimo Damiano Damato “L’ ultima sequenza di un film di Jarmusch” edito da Libreria Dante & Descartes). Si continua con il brano “Non mi lasciare qui” e “Le porte del sogno” a cui seguirà la narrazione di una storia di un amore segreto, stretto tra i denti, nascosto nei silenzi delle controre maledette, magiche e sacre del Sud atto a rilevare la sua sacralità esistenziale, il suo erotismo, il suo dolore, disegnando immaginifiche stanze su quel giardino segreto dove cantare l’ amore, quello perduto e poi ritrovato, dimenticato, inseguito, sognato, sofferto e salvifico, spietato ed infinito.
I versi prendono vita grazie alle composizioni per piano solo di Sergio che ne scandiscono il ritmo. Gli arrangiamenti sono essenziali, scarni, la musica si fa nuda svelando i segreti più intimi del cantautore calabrese. In un crescendo d’emozioni il live prosegue con “L’amore non si spiega” e con i versi, stavolta di Bukowsky “Quando Dio creò l’amore“, “Il pane, il vino e la visione” e ancora Damato a declamare la sua poesia dedicata al caro amico Erri De Luca “Il piantatore di alberi” a cui seguirà la poesia sui migranti dello stesso De Luca “Mare Nostro“. E ancora Cammariere con il brano “Quel tipo strano” (anticipato dai versi del poeta Isatz Salaivic ” Quei due abbracciati”), “Medicami” (tratta dal canzoniere di Cosimo Damiano Damato “L’ ultima sequenza di un film” di Jarmusch) ed il cavallo di battaglia “Tutto quello che un uomo“.
I versi di Damato e le composizioni di Cammariere sono affluenti dello stesso mare, un mare che profuma di poesia come nei versi a firma di Stefano Benni di “Io ti amo” e nelle commoventi note di “Mi sono innamorato di te“, omaggio al più grande cantautore di tutti i tempi purtroppo scomparso tragicamente: Luigi Tenco. In un tripudio di emozioni ancora il regista di Margherita di Savoia con “I figli del mare ” di Carlo Michelstaedter per annunciare il brano conclusivo “Dalla pace del mare lontano“liberamente ispirata alla stessa poesia.
Un sogno tra parole e musica, in bilico tra reale e immaginifico dove l’ amore ha l’odore e il sapore del mare.
Foto, video e articolo di Claudia Mastrorilli