14.01.2016 – Anche a Bari, come in altre 30 località in tutto il mondo, si terrà presso la libreria Zaum, in via Cardassi, uno dei 100 reading poetici previsti oggi a sostegno del poeta palestinese Ashraf Fayadh, condannato a morte per apostasia il 17 novembre 2015.
L’iniziativa è stata promossa dal Festival internazionale di letteratura di Berlino che ha lanciato un appello a cui hanno già aderito moltissimi scrittori di numerose nazionalità.
L’obbiettivo è quello di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica per spingere i governi occidentali, in particolar modo quelli che mantengono rapporti economici e commerciali con l’Arabia Saudita, a sostenere la liberazione di Ashraf Fayadh.
In Italia si sono mosse scuole, istituzioni, associazioni e media ma anche singole persone che credono nella libertà e nella giustizia.
Molte le attività promosse da Amnesty International che ha invitato l’opinione pubblica ad attivarsi in difesa della libertà di espressione e contro la pena di morte. Eventi sono previsti anche a Bologna, Cassino, Formia, La Spezia, Milano, Moie di Maiolati Spontini, Monterotondo, Napoli, Pescara, Pontedera, Ravenna, Roma, Sassari, Spinea, Trento, Villacidro.
Ashraf Fayadh, è un poeta, artista e curatore d’arte di 35 anni nato in Arabia Saudita, dove vive e lavora, da una famiglia di origine palestinese. Fa parte del collettivo di artisti anglosauditi Edge of Arabia, che promuove l’arte araba e saudita contemporanea, con cui ha curato la mostra Rhizoma alla Biennale di Venezia del 2013. Fayadh è stato anche curatore della mostra, Mostly visible, esposta nel 2013 a Jeddah.
Condannato a morte lo scorso 17 novembre 2015, Fayadh non ha avuto la possibilità di avvalersi di un avvocato durante la detenzione e il processo, in evidente violazione delle leggi nazionali ed internazionali. Amnesty International lo ritiene un prigioniero di coscienza. Il tribunale di Abha, nella regione sud orientale dell’Arabia Saudita, anche a seguito di una raccomandazione della Corte d’appello, lo ha accusato di apostasia dopo il ribaltamento in appello della sentenza che il 30 aprile 2014 lo aveva condannato a 4 anni di detenzione e 800 frustate per aver violato l’articolo 6 della Legge saudita contro i reati informatici (per aver scattato fotografie a donne col proprio cellulare e averle conservate).
Ashraf Fayadh era già stato arrestato il 6 agosto 2013, in seguito alle rimostranze di un cittadino saudita secondo il quale il poeta avrebbe promosso l’ateismo e diffuso idee blasfeme tra i giovani. Rilasciato il giorno successivo, è stato nuovamente arrestato l’1 gennaio 2014 per aver presumibilmente messo in discussione la religione e per la diffusione del pensiero ateo attraverso la sua poesia raccolta nel volume “Al taalimat bi al dakhil” (Le istruzioni sono all’interno).
Si può sostenere Ashraf Fayad partecipando ad una delle iniziative previste oggi o firmando l’appello di Amnesty International che ne chiede il rilascio immediato e incondizionato.
“Asilo” di Ashraf Fayadh
(traduzione di Chiara De Luca)
“Asilo: Stare in piedi in coda alla fila.
Ricevere un boccone di pane.
Resistere! Qualcosa che tuo nonno era solito fare.
Senza saperne la ragione.
Il boccone? Tu.
La patria: Un documento da mettere nel portafoglio.
Denaro: Carta con sopra immagini dei leader
La foto: Il tuo sostituto previo tuo ritorno.
E il ritorno: mitologica creatura… uscita dai racconti di tua nonna.
Fine della prima lezione”.