16.06.2016 – Volare via, o forse volare oltre, in una dimensione dove solo la musica di Piero Salvatori può condurci. Una carezza che viene dal cuore e al cuore porta, attraverso le note della sua musica, perfetta simbiosi di classicità, melodia italiana, jazz ed elettronica.
Musicista eclettico, di formazione classica, Piero Salvatori figlio di un professore d’ elettrotecnica e di una maestra elementare giunge direttamente da Caprarola, un piccolissimo paesino del Lazio, dal quale il padre ogni giorno portava i suoi tre figli alla Scuola di Musica di Viterbo per studiare musica. Tanti sacrifici in termini di tempo e costi che ha così portato i tre fratelli Salvatori a diventare importanti musicisti in ambito internazionale.
“Una famiglia nella quale si coltivava la passione per la musica, anche se non avevamo neppure lo stereo, ma nella quale l ‘amore per la musica ci ha regalato un piccolo miracolo” racconta Piero. Ed è così, che il fratello Stefano, diplomato giovanissimo in pianoforte è ora Maestro del Teatro alla Scala, la sorella Annamaria è diplomata in violino e lui Piero, il più versatile dei tre Salvatori, dopo essersi diplomato in violoncello ed aver vinto l’audizione per entrare all’Accademia di Santa Cecilia, decide di andare in tour in quartetto d’ archi con Claudio Baglioni che lo ingaggia nello spettacolo “ Io sono qui “( 1995 ).
Piero Salvatori è così , sintesi perfetta d’ amore per la musica classica ma anche per la sperimentazione, con una voglia costante di mettersi in gioco perché alla fine “la musica va oltre ogni genere ed etichetta“ come egli stesso asserisce. Di qui le collaborazioni con Renato Zero, Adriano Celentano (con il quale registra nel 1999 l’album “Io non so parlar d’amore“), Lucio Dalla, Ron, Mango, Sergio Cammariere, Samuele Bersani, Fabio Concato, Giammaria Testa e dal 2000 con Gino Paoli, Mario Lavezzi ed Ornella Vanoni con cui collabora ancora attualmente.
Da questo momento in poi Piero Salvatori lavora con i più importanti artisti non solo del pop internazionale ma anche del jazz, come Paolo Fresu presente anche nel suo primo disco “Images“ (2009) in qualità di membro del quartetto d’ archi Alborada, Uri Cane, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Enrico Pieranunzi e compone nel 2013 la musica per “Prototype”, un assolo dello spettacolo “Bolle and Friends“ per la stella del balletto Roberto Bolle.
Ma la storia di Piero Salvatori non finisce qui, anzi possiamo ben dire che qui comincia, con un ritorno al suo primo strumento il pianoforte, che ben si coniuga in una perfetta simbiosi artistica con il tocco inconfondibile del violoncello. Dopo il suo trasferimento da Roma a Milano, città tanto amata dal compositore, una serie di incontri fortunati lo porteranno ad incidere il suo secondo disco solista “Flyaway”, uscito il 25 marzo scorso per l’etichetta Sony Music, dedicato all’amico d’infanzia Silvio Mecucci scomparso in cielo con il suo aereo .
“Flyaway“ è in realtà il progetto che rappresenta l’essenza più autentica del compositore, un progetto dedicato agli affetti “veri“ ed ogni brano dei sedici contenuti è ispirato a particolari momenti realmente vissuti dal compositore. Ad aprire il disco la dolcissima “Hid & Lenny” , dedicata ai due figli di Silvia e Gianni Maimeri coproduttori del progetto per poi continuare con la title track e ai ricordi d’infanzia con l’ amico Silvio e con “Il vento soffia sui pini“ scritta di getto dopo aver ascoltato le parole sulla bellezza di un noto stilista milanese. Ma i piccoli “quadretti sonori“ non finiscono qui e in un crescendo di emozioni si giunge così a “Dna“ , “Open“ ispirata al libro del tennista Andre Agassi per poi continuare con “Infinity“, la malinconica “Promenades” e “Fucsia“ che giunge come una carezza al cuore di una donna appena conosciuta, tanto bella quanto fragile. Ma i momenti di pura bellezza non finiscono qui e raggiungono vette altissime con la ninna nanna “Giallo arancio“ ( già presente in “Images” ) e le personalissime rivisitazioni de “Il cigno“ (Camille Saint-Saens) e del “Preludio nr. 1” (Dalla suite nr.1 per violoncello Bww 1007 di J.S.Bach). Chiude “Flyaway” il suggestivo brano “Via Crucis 3.33“ scritta dopo aver letto l’omonimo libro di Gianluca Nuzzi (che tra l’altro ha accompagnato nella presentazione al Lingotto per il Salone del Libro) e la toccante improvvisazione per cello solo “Visioni“, ispirata alle lettere di Van Gogh.
Ma lasciamo ora che sia lui stesso a raccontarsi a Puglia Eccellente.
Piero Salvatori, ci racconti del tuo rapporto con Milano e degli incontri che ti hanno portato alla pubblicazione del suo cd “Flyaway“ con la Sony Music.
Adoro Milano e ho sperato di poterci vivere un giorno. L’ho sempre vista come la città delle opportunità, dei sogni… credo che la fortuna sia fondamentale nella vita per poter far scattare quei meccanismi che da soli non riescono a fare l’ultimo gradino…bisogna però essere sempre vigili e avere pazienza.
Dall’ascolto del tuo cd traspare sin da subito una direzione più pop e meno classica della sua musica, anche se personalmente trovo davvero ben riuscito il binomio tra classica e pop, visto che il gusto per la melodia fa parte della nostra tradizione musicale. Questa tua nuova strada è dettata dall’esigenza di voler arrivare al cuore di più persone possibili?
Quello che sentite ascoltando il mio cd sono esattamente io senza nessun filtro e senza nessuna voglia di compiacere a tutti i costi. Scrivo solo quando qualcosa mi colpisce fortemente ed allora le idee escono velocemente dal cuore trasformandosi in note.
Cosa rappresenta per te “Flyaway“ e se dovessi descriverlo con tre colori quali useresti?
“Flyaway” è un inno alla speranza, ai sogni, al “non aver paura”, al vivere intensamente la propria vita perché solo chi è intensamente forte può aiutare le persone più deboli e bisognose di aiuto. Tre colori? È facile la risposta…è racchiusa nei titoli di due brani… Fucsia, Giallo, Arancio.
Cosa ha significato per te scoprire a 36 anni di essere affetto da fibrosi cistica? Tu sei anche testimonial della Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica.
E’ stato un fantasma in più che non ha però cambiato assolutamente quello che era il mio modo di vivere e di pensare. Sicuramente l’essere diventato testimonial musicale della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica mi ha dato un maggior senso di responsabilità nei confronti dei ragazzi che vivono in maniera importante questa malattia e a cui dedico ogni nota della mia musica perché altro non saprei fare…
Un brano che a me piace moltissimo, “Hid & Lenny”, è di recente diventato anche un video per la regia di Toni Trupia. Ci racconti la tua esperienza con la macchina da presa.
Toni è un regista fantastico. Ci siamo conosciuti un mese prima di girare il video grazie all’incontro voluto e creato da una cara amica comune Elizabeth che era convinta potessimo fare qualcosa di bello insieme. In effetti il feeling è stato fortissimo e Toni ha tradotto con le immagini esattamente ciò che la mia musica raccontava. E’ stato molto divertente e un po’ faticoso…non solo per me ma anche per Hid & Lenny, i due gemelli Edoardo e Leonardo che avendo 10 anni hanno dovuto affrontare la macchina da presa con le forze di un adulto. Infatti alla fine hanno ammesso che era meglio andare a scuola piuttosto che girare un video pensando fosse una vacanzetta!
Sogni nel cassetto…?
Tutto ciò che deve ancora arrivare…
Progetti futuri e tournee. A quando una data qui a Bari?
Ce n’è uno veramente magico che chiaramente non posso svelare ora…Oltre ai concerti ormai estivi in ottobre partirà un mio Tour e sicuramente verrò a Bari. Una città in cui ho suonato già tante volte con artisti pop e jazz e anche con te, cara Claudia, perché amici lettori, Claudia oltre a scrivere bellissimi articoli musicali è una pianista compositrice! Con lei ed altri musicisti abbiamo suonato insieme per raccontare alla sua Bari il suo cd “L’Attesa”. Ciao!
Ringraziamo Piero Salvatori , per la sua disponibilità nel concederci con tanto entusiasmo questa intervista, in attesa di poterlo ospitare ancora su Puglia Eccellente in occasione di una prossima data qui a Bari del suo tour promozionale per “Flyaway” .
Claudia Mastrorilli