6.04.2023 – Il mondo del cinema piange la scomparsa del regista pugliese Nico Cirasola. L’artista, morto a Roma per un malore, all’età di 71 anni ha descritto, fuori da ogni conformismo il sud ed il suo tessuto sociale fra racconti di vita, d’arte e d’eccellenza.
Un percorso lungo almeno quarant’anni che tra scrittura, regia ed interpretazioni non ha mai smesso di guardare ed indagare, con vivacità sagace e non allineata, l’umanità che si muove da e per la terra, legata inscindibilmente alla liturgie del mondo arcaico e rurale e dunque intrisa di genuino candore. Una sfera solo in apparenza immediatamente accessibile che Cirasola ha saputo tradurre in maschere poetiche e del tutto personali di garbata bizzaria e curiosa estrosità.
Il suo percorso artistico prende avvio nel 1982 con il saggio sul cinema Da Angelo Musco a Massimo Troisi, Il cinema comico meridionale ma il suo debutto dietro la macchina da presa è del 1989 con il film Odore di pioggia interpretato da Renzo Arbore e Totò Onnis.
Un leggero e spensierato affresco di gioventù che segue la quotidianità del protagonista Totò detto “acchiappamosche” tra amori, motociclette e blues.
Seguiranno le pellicole Corsica del 1991 e Da do da del 1994 (il cui titolo richiama il modo vernacolare di intendere lo spostamento da un luogo ad un altro) che oltre a dirigere saranno da lui anche interpretate.
Dopo alcune esperienze di pura recitazione (Un altro giorno ancora di Tonino Zangardi con cui nascerà un lungo sodalizio artistico, L’estate di Bobby Charlton di Massimo Gulielimi e Sangue vivo di Edoardo Winspeare) Ciralsola ritornerà alla regia nel 2000 con Albania blues, un garbato affresco di umanità che si serve di una piccola grande storia per guardare al fenomeno migratorio.
É del 2004 invece Bell’epoker, un opera di snodo nella sua filmografia che, attraverso un curato coro di voci e personaggi di variopinta natura e un racconto per episodi a ritroso omaggia il Politeama barese e la sua storia artistica e con essa anche la storia cittadina.
La consacrazione arriva nel 2009 con la celebrata docu-fiction Focaccia Blues. Il film è un divertente e divertito inno non solo gastronomico alla ricchezza del nostro territorio tra eccellenze da esportare, segnatamente la focaccia di Altamura, e territori da scoprire. In un’irresistibile e continuo susseguirsi di personaggi compiaciuti ed eccellenti partecipazioni, su tutti Nichi Vendola e Michele Placido, scopriamo l’incredibile storia di un forno di Altamura che eclissa le ansie globaliste della multinazionale dell’hamburger costretta a capitolare di fronte alla fragranza magnificamente genuina dell’inimitabile prodotto da forno.
Un racconto orgogliosamente locale ma capace di parlare soprattutto oltreconfine che ha anticipato di qualche anno la fascinazione del mondo per il made in Puglia. Nel 2010, invece, girerà ed interpreterà il cortometraggio Signor Gi Bi, un piccolo biopic sulla vita del disegnatore e pubblicitario barese Gino Boccasile, noto, fra le altre cose, per la realizzazione delle cartoline della prima edizione della Fiera del Levante del 1930 e per la serie di illustrazioni “Signorine Grandi Firme”.
In seguito Cirasola tornerà a vestire i panni dell’attore in diverse produzioni fra cui il film di Eugenio Cappuccio “se sei così ti dico si”, il cortometraggio del visionario Terry Gilliam “The Wholly Family” ed il documentario local-food “Salva la cozza” di Ascanio Petrini.
Nel 2017 realizza, invece, il suo ultimo film da regista Rudy Valentino, un omaggio, rivolto alla generazioni più giovani, al grande divo del cinema muto originario di Castellaneta raccontato con piglio semplice e non sovrastrutturato.
Cirasola, dunque, si è reso cifra non omologata del suo territorio sino a fondersi con esso, ha rifuggito ogni spersonalizzazione per veicolare la sua idea di cinema, libera e genuinamente indisciplinata ed indisciplinabile, in un dedalo di racconti autentici, talora piccoli o addirittura piccolissimi, capaci di tradurre in purezza l’umanità che sentiva più prossima, a volte qualunque a volte eminente, ma in ogni caso sempre consonante al portato etnoantropologico e naturalistico di cui è stato indiscussa espressione.
SIMON