27.01.2020 – E’ andato in scena negli ultimi giorni, presso il Teatro Van Westerhout di Mola di Bari, lo spettacolo L’Uomo, la Bestia e la Virtù di Luigi Pirandello a cura della Compagnia Diaghilev, regia di Paolo Panaro, scene di Michele Tataranni, costumi di Francesco Ceo, luci di Giuseppe Ruggiero, con Altea Chionna, Deianira Dragone, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia, Mario Lasorella, Paolo Panaro, Riccardo Spagnulo, direzione tecnica di Gianni Colapinto.
L’Uomo, la Bestia e la Virtù, commedia libertina e scollacciata, fu pubblicata nel 1919 e, sebbene accolta in Italia con freddezza, ebbe un’immediata fortuna all’estero.
Il pubblico del Teatro Van Westerhout ha accolto la pièce con il consueto calore con cui vengono applaudite le commedie della Compagnia Diaghilev, che non deludono mai per la preparazione, per i temi scelti, per la regia e per le riflessioni che destano nello spettatore, pur nascoste dalle molte risate.
Se il teatro funziona il pubblico torna a casa cambiato, altrimenti non è stato efficace.
In questo caso le maschere pirandelliane dell’uomo, della bestia e della virtù sono decisamente rimaste nel cuore del pubblico, forse perchè sono talmente attuali, che ci si chiede come Pirandello possa essere stato tanto profeta.
La realtà è che alcune tematiche sono comuni a tutti i tempi e a tutti i luoghi.
Ovunque ci può essere un uomo perbene che si invaghisce di una donna virtuosa, sposata ad una bestia. D’altra parte di umanità di parla.
Così inizia il piacevole valzer pirandelliano tra verità e menzogna dove i personaggi si scambiano le maschere.
Dunque l’uomo perbene poi non è così perbene, la donna virtuosa pecca di mancanza di virtù e la bestia tutto sommato…beh la bestia se lo merita, d’altra parte se hai un bel campo incolto con un bellissimo albero che nessuno cura, può succedere che qualcun altro decida di prendersene cura e magari…nasce un altro albero. Un increscioso incidente di percorso che rimescola le carte della storia e le maschere di Pirandello.
Gli attori della Compagnia Diaghilev, mirabilmente guidati da Paolo Panaro, riescono a rendere la cupezza pirandelliana di questa storia in modo leggero e diretto, senza però tralasciarne lo spessore della riflessione che si dipana sul palco nella trama della storia e viene accolta dal pubblico tra scroscianti applausi.
http://www.compagniadiaghilev.it
Manuela Bellomo