7.05.2020 – In questi momenti bui in cui le speranze talvolta sembrano affievolirsi, ci sono loro, i bambini, che ci donano sorriso e spensieratezza: proprio loro che per primi stanno subendo le conseguenze della pandemia.
E’ dunque una bambina la protagonista del progetto di cui vi parleremo in questo articolo, una piccola che rivolge al suo papà quelle domande importanti sulla vita e su ciò che la circonda. Domande semplici che spesso possono anche diventare imbarazzanti perchè, diciamolo, dimenticando il bambino che è in noi, ciò che è naturale o scontato diventa poi difficile da raccontare.
Il progetto “La vita cos’è” nasce dalla collaborazione di tre artisti pugliesi, Lucia Chianura, Orazio Saracino e Mizio Vilardi ed il punto di partenza è la dolcissima canzone dal titolo “La vie c’est quoi?” di Guillaume Aldebert, popolare cantautore francese. Un dialogo serrato tra una figlia e un padre sul vero senso della vita, visto con gli occhi dei bambini.
Orazio Saracino, estroso musicista barese, aveva scoperto la canzone anni fa a Montpelier: innamoratosi della sua dolcezza, si era ripromesso, un giorno di lavorarci sopra.
Il momento è giunto con l’attesa della nascita della sua bambina, avvenuta pochi giorni fa. Il segno è dunque arrivato e Orazio ha realizzato un arrangiamento e adattamento in italiano dal titolo “La vita cos’è”.
La musica di Saracino è stata accompagnata dalla voce di Mizio Vilardi, cantautore molfettese e dalla sensibilità artistica di Lucia Chianura, che ha realizzato l’animazione. Fondamentali il supporto nel mixaggio di Alex Grasso e il contributo del piccolo Dario, che ha dato la voce alla bambina del cartone animato.
Costruire questo lavoro in queste momento non è stato affatto facile, dovendo rispettare le condizioni dettate dalla quarantena: tuttavia come vedrete il risultato è carico di emozione e dolcezza.
Il video “La vita cos’è” è arrivato tra l’altro anche in Francia dove l’autore originale Guillaume Aldebert ha apprezzato il lavoro e l’ha condiviso con entusiasmo sui social suscitando l’interesse della stampa francese, che ha poi dato il suo contributo.(https://www.estrepublicain.fr/edition-besancon/2020/04/25/un-jazzman-reprend-en-italien-la-vie-c-est-quoi-d-aldebert-bellissimo).
In un periodo in cui il virus ha dimostrato che i confini non esistono, il significato di speranza e di unità fra popoli, che Saracino aveva già inserito nel suo lavoro, si è caricato così ancor più di significato.
Lucia com’è nato il cartone animato che accompagna la musica di Orazio e la voce di Mizio? Cosa ha influito di più sulle tue emozioni: la musica o il testo?
Ho già lavorato con Orazio illustrando una sua splendida fiaba “Tasti Neri, Tasti Bianchi” incentrata sul delicato tema dell’inclusione ed è stato un lavoro molto sentito. Questa volta mi ha parlato di un progetto più personale, quindi non ero neppure certa che sarebbe stato pubblicato. A parte qualche precisazione mi ha lasciato piena libertà di espressione. Così ho cercato di raccogliere le idee e ho pensato di unire degli acquerelli ai miei disegni animati per fermare nelle immagini la delicatezza dei suoni, delle parole. Volevo che lo sentisse personale e ho cercato di fare in modo che gli somigliasse un po’. Ho pensato alla sua passione per la musica, infatti ritornano tra i disegni motivi musicali. Sono figlia e madre e sento nel testo di Adelbert una purezza preziosa, una sincera bellezza. Orazio nel suo riadattamento in italiano e nella sua interpretazione musicale ha espresso pienamente la volontà di condividere con la sua famiglia e con tutti questa purezza, il desiderio di un mondo più attento alle cose più piccole che sono le più importanti. Con Mizio e il piccolo Dario abbiamo abbracciato la volontà di Orazio perché la condividiamo veramente.
Orazio sappiamo che sei diventato papà da pochissimi giorni e che l’attesa della tua bambina è stato lo stimolo a riprendere la canzone di Aldebert. Cosa racconterai a lei di questo progetto un domani? Sei pronto a rispondere a tutti i suoi perchè?
Le racconterò dell’entusiasmo di Dario, il cuginetto grande che ha prestato e registrato la sua voce nonostante le mille difficoltà della quarantena; le racconterò dei suoi puntuali movimenti nel pancione, ad ogni nostro riascolto del brano. E mi sforzerò di soddisfare tutte le sue curiosità, anche se a molti di questi “perché” persino gli adulti fanno fatica a dare, oggi, delle risposte.
Mizio tu ti definisci un sognatore e i bambini sono sognatori per eccellenza. Quanto questo tuo sentire ha contribuito a voler prestare la voce al progetto “La vita cos’è”?
Nel mio piccolo vorrei essere cantore dei sogni e mi piace immaginare che con questo brano io abbia prestato la voce ad un papà sognatore che affronta in maniera poetica la curiosità del proprio figlio.
Sono felice che Orazio mi abbia coinvolto.
In questa canzone il papà fa sapientemente quello che Giorgio Gaber ha suggerito in una sua canzone (“Non insegnate ai bambini”), non indica una via conosciuta, ma insegna la magia della vita.
Ora una domanda a tutti e tre:
La vita cos’è in questo momento storico per voi?
Mizio:
La vita per me ora è un pezzo di terra da riconquistare e dove fare germogliare un po’ di spensieratezza.
Orazio:
In questo momento per me la vita è accantonare il superfluo e riscoprire il valore del silenzio.
Lucia:
La vita per me adesso è trovare e condividere bellezza provando ad essere la parte migliore di me.
Grazie a Lucia, Orazio e Mizio per aver soddisfatto qualche nostra curiosità.
Personalmente dedico questa video e questo articolo a tutti i papà in attesa e a quelli che lo sono appena diventati, in particolare a quelli più vicini per amicizia, stima e affetto a Puglia Eccellente.
Ora non vi resta che lasciarvi cullare dalla dolcezza de “La vita cos’è”.
Testo e musica originali: Guillaume Aldebert
Adattamento testo in italiano: Orazio Saracino
Illustrazioni animate: Lucia Chianura
Voce: Mizio Vilardi
Arrangiamento musicale: Orazio Saracino
Mixaggio: Alex Grasso
Un ringraziamento speciale al piccolo Dario
Biografie:
Orazio Saracino
Lucia Chianura
Progettista, pubblicista, illustratrice, iscritta all’ordine dei giornalisti della regione Puglia al numero 134973 dal 29/05/2009. Ha lavorato per anni per il quotidiano Barisera, (Rubrica cultura e spettacoli). Nel 2012 ha pubblicato un libro sul cinema di Sergio Rubini dal titolo “Viaggio con i Rubini. Tra strade ferrate cinema e sogni” (Manni Editori) presentato al Festival del Libro Possibile (Polignano a Mare) Autrice e regista di performance teatrali realizzate in collaborazione con Alberto Rubini, tra cui “Rivivendo Domenico Modugno Cantattore”. Tra gli ultimi lavori di illustrazioni animate: Under my skin (brano del cantautore australiano David Place); “Tasti neri, tasti bianchi” (fiaba illustrata e recitata, scritta e ideata da Orazio Saracino)
Mizio Vilardi
All’anagrafe Maurizio Vilardi, è nato a Molfetta il 15 maggio del 1988 ma abita a Roma per motivi professionali. Canta e suona la chitarra, scrive canzoni in italiano, in vernacolo, in inglese e la sua musica è un misto di cantautorato e pop d’autore contaminato dai suoni del mondo. Il 15 ottobre 2015 ha pubblicato il primo ep, RADICI SOTTO I PIEDI, che già dal titolo mostra la volontà di non dimenticare mai le proprie origini ma contemporaneamente di proseguire il proprio cammino, ovunque esso porti. Nel 2016 il suo brano FLOW, a seguito di un casting organizzato da RAI e Cattleya, è selezionato dal maestro Paolo Buonvino per figurare all’interno della colonna sonora della fiction Tutto può succedere, in onda su Rai Uno. Nel 2018 un altro pezzo, SURROUND ME, viene inserito nella terza stagione della stessa fiction Rai. Mizio ha preso parte a diversi festival e rassegne cantautorali, quali ad esempio il Premio Fabrizio de Andrè, il Premio Bindi e Botteghe d’Autore, ottenendo svariati riconoscimenti, fra i quali quello assegnato in occasione del Premio nazionale ArtEmergente 2019 a LE NOTTE PORTE SEMBE, canzone da lui scritta in dialetto molfettese. A settembre 2019 ha inoltre pubblicato in veste di autore il brano COME CI CAPITA di Federica Paradiso. Nel 2020 è uscito con l’etichetta Isola Tobia Label il suo album d’esordio UNA FORMA D’AMORE CHE MI DEVO. Si definisce un sognatore, proprio come quello de Le notti bianche di Dostoevskij.
Manuela Bellomo