28.02.2017 – Domenica 19 febbraio, a Mola di Bari, ultima data delle repliche programmate, presso il Teatro Angioino, nell’ambito della sua XVII stagione di prosa, è stata la volta della messa in scena de “La signora e il funzionario (scava, scava vecchia talpa)”, così il titolo originario, commedia in due tempi di Aldo Nicolaj.
E proprio come la talpa che scava, scava, è l’incedere dialogico tra gli unici due attori, Lisa Angelillo (Signora e Segretaria) e Carlo D’Ursi (Funzionario), che sfocia in un finale di cui mi limito a svelare, solamente, che è diverso da quello previsto nel testo del commediografo. Autore forse più conosciuto e amato in Europa che nella Patria Italia, le cui opere, come quella vista all’Angioino, appartengono al teatro impegnato e sociale con qualche nota antireligiosa.
La regista, la medesima unica attrice, Lisa Angelillo, è intervenuta sul testo con insensibili variazioni lasciando ancora avvertire le sottili venature surrealistiche dell’opera e trapassando dal teatro impegnato a quello impegnativo per far si che agisse sull’animo dello spettatore/popolo.
Quando la scena, anonimo ufficio ministeriale, unica per ambo i tempi, si svela al pubblico, radio e TV annunciano “Habemus Papam: Giovanni Paolo II”, mentre fuori imperversa un temporale.
Siamo nel 1978, e quasi tutta la pièce, si sviluppa come fosse un sogno del funzionario. In queste circostanze spazio-temporali, la Signora, cercando riparo dalla pioggia, si intrufola appunto nell’anonimo ufficio accomodandosi sulla poltrona e, ovviamente, spaventando il funzionario con la sua inaspettata e misteriosa presenza.
Nell’intento del funzionario di capire e avere spiegazioni di quella insolita occupazione, la Signora, accampando la scusa del riparo dalla pioggia e del voler “riposare i piedi stanchi” avvia un’indagine nei confronti del malcapitato impiegato fatta di domande finalizzate a svelare la sua vera essenza di uomo mediocre, qualunquista ed ipocrita, attraversando argomenti tematici quale democrazia, stato, ordine pubblico, colpo di stato, famiglia, religione, ecc.
Nell’instaurato dialogo/duello il Funzionario soccombe, nella precipua circostanza, arrivando così a confessare fatti e misfatti che si consumano in quell’ufficio per l’arrampicata sociale e per la carriera, nonché quelli dell’appiattita relazione coniugale e con i figlioletti; e soccombe non per le note di testa della Signora (Angelillo) e per la sua appartenenza al gentil genere, ma per convenzione autoriale e registica.
La pièce, dal ritmo sostenuto e sempre in crescendo riesce a tenere viva la curiosità dello spettatore circa il suo epilogo con il divertente dialogo di battute ironiche, gags e di opposte opinioni.
Gli attori avrebbero voluto riprodurre sulla scena tipi di uomini, i cui modelli originali ancora oggi continuano a sedere nella platea; incentrandosi, però, più sul risentimento (funzionario e signora duellano sullo svelamento della falsità dei modus vivendi contemporanei) che sui sentimenti degli stessi, han fatto si che quel pubblico si sentisse anonimo, non protagonista, assente, salvo quando ha manifestato la propria presenza (si fa per dire!) con il deconcentrante squillo della telefonia mobile!
Insomma un ripercorrere, per attori e spettatori, la via del compiacimento e dell’accademico! A volte, è risultata prevalere la tecnica attoriale del recitativo.
Lo spettacolo, con musiche originali di Paolo Daniele, è nel complesso molto godibile e il sold aut lo ha confermato premiando il lavoro che, peraltro, va approvato e sostenuto, sia perchè del tutto autoprodotto e sia perchè contribuisce alla auspicata riconciliazione del pubblico con il teatro in questa rinascita teatrale tutta pugliese.
Un teatro “da ridere” in uno spazio, personalmente, prima non conosciuto intriso di atmosfera poetica a partire dall’applique posizionato appena al di sopra dello sportello del botteghino , a suggerir da subito che il teatro è sempre ricco di “storia” da scoprire!
Assicuriamo tutti coloro che non son riusciti ad assistere allo spettacolo per esaurimento posti che, al termine della rappresentazione, la stessa regista ha preannunciato la programmazione di nuove repliche.
Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con le associazioni “Like a Jazz” e Compagnia Teatro d’Oggi.
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Emilia Brescia