14.10.2016 – In questi giorni sta andando in scena, nella suggestiva cornice del Teatro Van Westerhout di Mola di Bari, “La dodicesima Notte” di William Shakespeare, con la regia di Massimo Verdastro, a cura della Compagnia Diaghilev.

Elisabetta Aloia, Antonella Carone, Teo Guarini, Francesco Lamacchia, Loris Leoci, Vito Lopriore, Tony Marzolla, Paolo Panaro, Giulia Sangiorgio e Giuseppe Scoditti sono gli interpreti di questa commedia in cui, intorno al tema dell’androginia, si articolano una rete di equivoci ed espedienti che mescolano essere ed apparire, realtà e illusione.

E’ la storia di Viola, naufraga, assieme al fratello gemello Sebastian, in una terra a lei sconosciuta, l’Illiria. Per entrare a far parte del nuovo mondo, Viola decide di celare la sua vera identità e si traveste da uomo, divenendo così Cesario. Quest’ultimo (in realtà ultima!) entra a servizio del conte Orsino, innamorato non ricambiato di Olivia. Cesario, inviato dal conte da Olivia come messaggero del suo amore, scuote il cuore di lei che, invano, se ne innamora.

Malvolio, il maggiordomo di Olivia, di cui è invaghito, sarà vittima di una beffa crudele, mentre in questo vorticoso dipanarsi di intrecci amorosi, si inseriscono anche le vicende passionali di Antonio e Sebastian e della cameriera e dello zio di Olivia, Maria e ser Tobia.

Il tema dell’androginia è una novità per la cultura del XVII secolo, la letteratura di Shakespeare determina un forte divenire in quella che era la consuetudine culturale, acquisita al tempo, dell’eterosessualità, come ci racconta lo stesso Verdastro:

«La Dodicesima notte è, infatti, la commedia dell’androginia, uno dei nuovi temi della cultura rinascimentale. Shakespeare fa suo questo dato culturale. E agli albori del XVII secolo concepisce un’opera in cui l’omosessualità dichiarata di Antonio nei riguardi di Sebastian, quella apparente del duca Orsino verso Viola-Cesario e quella nascosta di Olivia nei riguardi dello stesso personaggio, diventa elemento di contrapposizione al prevalente codice di comportamento eterosessuale. L’omosessualità – spiega ancora Verdastro – in Shakespeare è un sentimento in divenire, non una consuetudine culturale già acquisita. Per cui, nel travestimento di Viola, nel turbamento che lei prova e provoca negli altri personaggi, si avverte la volontà di trasgredire o sovvertire ordini di percezione già acquisiti, di sperimentare una diversa eccitazione della mente di fronte alle molteplici possibilità d’essere».

L’essere umano mette a tacere la sua inquietudine di vivere ricercando certezze, anche quando queste sono occultate da illusione o false verità.

Temi difficili e di ampio respiro contemporaneo che vengono presentati dal gruppo Diaghilev in modo divertente e leggero, senza mai perdere la profondità del tema e senza mai ridicolizzare il fatto che, dietro l’agire umano, c’è sempre e solo un sentimento, l’amore.

Quel bisogno che tutti abbiamo di amare ed essere amati e che talvolta ci confonde le idee, accecando lo sguardo degli occhi e della mente. Eppure è sufficiente sentire e l’amore stesso, nella sua semplicità, ha la capacità ineguagliabile di dissolvere qualunque equivoco.

Un’importante regia come quella di Verdastro, la presenza del mattatore della narrazione Panaro e la sempre più confermata preparazione del gruppo, sono ingredienti fondamentali per donare allo spettatore una piéce fresca ed emozionante.

Splendidi i costumi e le scene di Tommaso Lagattolla e la colonna sonora ben studiata di Marco Ortolani.

Le luci sono di Marcello D’Agostino, la preparazione vocale e musicale di Francesca Della Monica, mentre i movimenti mimici e l’assistenza alla regia sono di Giuseppe Sangiorgi.

Lo spettacolo rientra  nel «Programma regionale di spettacolo dal vivo per la valorizzazione delle risorse culturali e ambientale della Puglia-2016» in collaborazione con Comune di Mola di Bari Assessorato alla Cultura | Accademia di Belle Arti di Bari.

Prossime repliche 14-15-16-20-21-22-23 ottobre 2016, feriali ore 21, domeniche ore 19.

Biglietto: € 10.

Info e prenotazioni: 333.126.04.25.

http://www.centrodiaghilev.it/

Manuela Bellomo