21.04.2016 – Nelle ultime settimane il Teatro Van Westerhout di Mola di Bari ha visto avvicendarsi, in numerose ma mai troppe repliche, l’ultimo lavoro del regista Paolo Panaro e della Compagnia Diaghilev, “L’Impresario” tratto dalla commedia “L’Impresario delle Smirne” di Carlo Goldoni.
Dicevamo che le repliche sono state numerose ma mai troppe perché un lavoro di tale pregio e di tale passione nei confronti del teatro dovrebbe assolutamente essere replicato.
“L’Impresario delle Smirne” non è l’opera di Goldoni più conosciuta ma è sicuramente quella in cui tra le righe lo scrittore/commediografo si confessa, quasi si sfoga, dicendo la sua sul mondo del teatro.
Traspaiono dunque l’amore viscerale quanto l’amarezza e la presa di coscienza che, chi decide di fare del teatro la sua ragione di vita, non avrà un’esistenza facile e nemmeno potrà portare il pane a tavola tutti i giorni.
Questo valeva nel 1760, quando L’Impresario delle Smirne fu messo in scena per inaugurare la stagione del Carnevale, e vale ancora di più per il teatro contemporaneo.
Tutto ciò è stato raccontato in maniera divertente e coinvolgente dallo stesso Paolo Panaro e dai suoi attori, Elisabetta Aloia, Antonella Carone, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia, Marcello Rubino.
Si narra dunque la storia di un funzionario ministeriale che, nel bel mezzo di una grave crisi economica, viene incaricato da un ricco mercante turco di mettere insieme una compagnia teatrale per promuovere una commedia in giro per il suo paese.
Il burocrate commissiona dunque ad un giovane e, naturalmente, squattrinato drammaturgo la ricerca dei membri della compagnia e la produzione del copione.
Compaiono così in scena gli attori, improbabili personaggi classicamente goldoniani seppur nella loro contemporaneità, con i loro ego stratosferici e la loro personale convinzione di come il teatro dovrebbe essere, classico, sociale, naif…
Il turco, interpretato da Panaro, pittoresco come diversamente non poteva essere, dopo aver faticosamente conosciuto gli attori e dopo averne accettato pregi e difetti, convinto dalla diplomazia dal funzionario e dal prestigio dell’operazione, accetta di promuovere la commedia e di finanziare la tournè in Turchia.
Dunque, tutti pronti per partire…?
Il finale naturalmente non lo racconteremo per non togliere al pubblico il gusto di andarlo a scoprire e come implicito invito alla compagnia a riproporre lo spettacolo.
Possiamo solo aggiungere che la regia di Panaro non delude mai. La scelta delle opere da mettere in scena e la produzione stessa sono un inno al teatro in sé e all’umanità che, nelle sue diverse sfaccettature, viene raccontata.
Con Panaro e la Compagnia Diaghilev non si assiste a spettacoli qualunque.
Non solo dunque il mero passatempo di un paio d’ore di cultura ma soprattutto un’acuta riflessione sulla vita che avvolge sia lo spettatore che pensa di essere semplicemente andato a vedere una buona commedia sia colui che, amando il buon teatro, vuole essere da lui coccolato.
L’Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni
Compagnia Diaghilev
Con Elisabetta Aloia, Antonella Carone, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia, Paolo Panaro, Marcello Rubino
Regia Paolo Panaro
Scene e costumi Tommaso Lagattolla
Disegno luci Giuseppe Ruggiero
Suono Francesco Scagliola
Assistente alla regia Giulia Sangiorgio
http://www.centrodiaghilev.it/
Manuela Bellomo