11.08.2022 -Torna Caparezza in tour dopo quattro anni, a presentare il suo album “Exuvia” pubblicato a febbraio scorso, dopo un rinvio continuo della tournee invernale prevista nei palasport di tutta Italia per motivi sanitari dovuti alla pandemia covid.
Il tour iniziato il 25 giugno a Treviso (Arena della Marca) ha toccato anche la Puglia per l’edizione 2022 del Locus Festival domenica 7 agosto nella suggestiva location del Parco Archeologico di Egnazia a Fasano letteralmente sold out.
Istrionico ed abile animale da palcoscenico, il cantautore molfettese, classe 1973, ha presentato nella data pugliese il suo concept album” Exuvia” che mette al centro la mutazione che avviene almeno una volta nella vita di ogni individuo, passaggio indispensabile che da personale diventa poi collettivo.
Attesissimo dal pubblico, in un open air letteralmente gremito, Michele Salvemini ha suonato acclamatissimo, per oltre due ore, accompagnato da una band d’eccezione: Rino Corrieri (batteria), Giovanni Astorino (basso), Alfredo Ferrero (chitarra), Gaetano Camporeale (tastiere) e Diego Perrone (voce).
Ciò che colpisce sin dall’inizio del live è l’imponente scenografia curatissima in ogni suo elemento sul cui sfondo si staglia uno schermo mobile circolare, frutto di un team di professionisti del calibro di Deni Bianco (oggetti di cartapesta), Tekset (oggetti di scena e fondali), Maki (ledwall), Tommaso Gianfreda (oggetti di scena), della costumista Rosalba Patruno, del coreografo Pasqualino Beltempo e dei performer Cristina Siciliano, Brian Boccuni e Mariangela Aruanno.
Dalla dimensione quindi decisamente teatrale dal forte impatto visuale, il cantautore pugliese sin da subito si mostra entusiasta per l’accoglienza del suo pubblico, interagisce con esso, racconta del suo problema fisico (acufene) che lo ha costretto a ridurre un po’ le date della tournee estiva, ma soprattutto spiega ed analizza le varie tematiche della mutazione, trasformandosi ironicamente in una viscida lumaca in fuga, circondato da ballerini, giganteschi mostri a popolare una foresta, metaforicamente la selva oscura dantesca.
Partendo da una citazione di Kafka, Caparezza narra del suo incontro casuale a Milano, poco più che vent’enne, dopo la sua partecipazione al Festival di Castrocaro con scarso successo, di un noto discografico locale che gli ha consentito di realizzare il suo sogno di vivere di musica.
Ad aprire il live “Cahthology” (duetto con Metthew Mercantonio), a cui seguiranno “Fugadà”, “Larsen” (dedicato proprio al suo acufene) “Campione dei novanta”, “Contronatura”, “Mica Van Gogh”, per poi proseguire tra rap e canzone d’ autore in un crescendo di emozioni con il pubblico di ogni età letteralmente in delirio con “Eyes Wide Shut”, “Una chiave”, “Il mondo dopo Lewis Carroll”, “Goodbye Malinconia”, “China Town”, “La certa”, “El sendero”(duetto con M. Domenssain), “Ghost memo”(skit), “Come Pripyat”, fino ad arrivare ai grandi successi “Vengo dalla Luna”, “ Abiura di me”, “Zeit!”, e in ultimo “ La scelta” e “ Ti far stare bene”.
Caparezza sottolinea al pubblico di ogni età come il male di questa società iperconnessa sia proprio la mancanza di comunicazione citando “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto. Il concerto termina, ma come prevedibile, il pubblico richiede ancora la presenza sul palco della band per un finale a dir poco esplosivo con “Exuvia” e i due tormentoni “Vieni a ballare in Puglia” e “Fuori dal tunnel” come ad accompagnare i fan all’esterno di un viaggio davvero indimenticabile fatto di suoni, colori e tanta energia.
Claudia Mastrorilli