23.09.2024 – C’è un universo silenzioso ma colmo di luce primordiale che va difeso e protetto dall’incedere implacabile di un mondo pieno di narcisismo, competitività e frenesia. Di questa esistenza, di cui noi malgrado dobbiamo farne parte, ai bambini viene concessa l’illusione di un mondo migliore ma inesistente, mentre agli artisti è concesso il privilegio della costruzione di un iperuranio silenzioso, vibrante e magico.
Tema principale del concept album “Disillusion” del batterista compositore pugliese Michele Perrugini, al suo terzo progetto discografico con l’etichetta pugliese Abeat Records, è proprio l’impatto tra il mondo adolescenziale e la dura realtà della vita adulta, nella quale a volte si è costretti a diventare dei veri e propri eroi per poterla affrontare senza dover rinunciare ai propri sogni. Lo stesso titolo sembra ben delineare la tematica del progetto che si presenta al suo ascolto come un vero e proprio flusso di coscienza, ispirato alle varie sfumature dell’esistenza umana.
In un mondo musicale, fatto di sigle e spot pubblicitari da ipermercati e ascolti sempre più fugaci su piattaforme digitali, “Disillusion” si pone come un prodotto controcorrente nel quale l’ordito compositivo pone l’ascoltatore in una dimensione difficilmente definibile, un vero e proprio viaggio sonoro tra jazz contemporaneo, atmosfere che rimandano a certe sonorità pinkloydiane come in “Out Of Dark” alternato a sonorità oniriche e malinconiche come in “Remembering” e a tratti orchestrali.
Tutti i brani sono composti ed arrangiati dallo stesso Perruggini, ancora una volta affiancato da una ensemble di eccellenti musicisti: Roberto Olzer pianoforte, Yuri Goloubev contrabbasso, Guido Bombardieri sassofono soprano e clarinetto, Gilson Silveira percussioni, Fausto Beccalossi fisarmonica (tracce 3,9), Pino Mazzarano chitarra elettrica (tracce 2,6,11), Peo Alfonsi chitarra classica (tracce 7,13) ed infine la prestigiosa partecipazione nell’ultima traccia di Agostino Marangolo alla batteria. Fondamentale inoltre, l’apporto di Pantaleo Gadaleta nell’arrangiamento degli archi.
Nell’intera stesura dei brani ben si coglie l’interesse di Perruggini per le musiche del mondo, ma anche la passione per il lirismo italiano e per i canoni della musica classica. Ad aprire l’album “Running away” che, ben introdotto dal pianoforte di Olzer, tende a svilupparsi successivamente su tematiche più prettamente jazzistiche grazie all’ intreccio di sax, contrabbasso e archi a sorreggerne armonicamente la struttura. “Out of Dark” sempre caratterizzata dal pianoforte e contrabbasso, devia su sonorità prog grazie all’uso della chitarra elettrica e archi mentre “On a Cold Night”, brano di intensa bellezza, ci riporta a sonorità più introspettive delineate da un sapiente uso di fisarmonica e clarino, delineando così un’atmosfera di sospensione.
L’ascolto prosegue con “I Can See the Sunrise” brano di intenso lirismo in un crescendo ritmico e percussivo a sorreggere la melodia del pianoforte e del clarino e, con la vera e propria pietra miliare “Beside you”, con la struggente introduzione orchestrale di archi a cui si poggiano le melodie del sax di Bombardieri e il canto onirico del pianoforte. “Remembering” nel quale il pianoforte classicheggiante di Olzer sorretto dal contrabbasso sembra delinearne la struttura, sorprende invece per lo stacco di chitarra elettrica di stampo decisamente progressive di Mazzarano sul finale. “The call of nature” caratterizzata da ritmi tribali lascia largo spazio alla magistrale chitarra classica di Peo Alfonsi, tra fraseggi jazz che ben si intrecciano alle linee del sax soprano.
In un crescendo di emozioni giungiamo così all’ascolto della malinconica “Truth Comes” per poi proseguire con “Awakening my mind” di stampo maggiormente classicheggiante grazie alla linea melodica del pianoforte e all’arrangiamento finale degli archi. Si prosegue con la ballata “Awareness” fino ad arrivare alla title track “Disillusion” che, se caratterizzata in fase iniziale dall’imprinting classico del pianoforte di Olzer, subisce numerosi cambi di rotta grazie al sapiente uso del sax di stampo jazzistico e della chitarra elettrica di Mazzarano, per poi ritornare alle atmosfere iniziali di piano e violoncello.
Ancora cambi tonali con “Now Embrace me” che, dopo un meraviglioso intro di archi ben si affida alle melodie di pianoforte e sax per terminare con l’ultimo brano “It’s time to go home” all’interno del quale ritroviamo nuovamente la chitarra classica di Alfonsi che rimanda alle nostre tradizioni mediterranee, ben sorretta dalla batteria precisa e inconfondibile dell’autore.
Un album fluido e ben registrato, le cui composizioni denotano il talento e le notevoli capacità compositive di Michele Perruggini che grazie al suo ensemble, ha saputo realizzare ancora una volta, un album di intenso lirismo, capace di ricreare un jazz trasversale e mai banale.
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Claudia Mastrorilli