9.04.2019 – Da lunedì 15 aprile sino a venerdì 19 aprile, il musicista Giovannangelo De Gennaro si metterà in cammino, lungo la variante costiera della via Francigena.
Cinque giorni di pellegrinaggio dalla chiesa del Purgatorio di Molfetta, tappa a Barletta, Margherita di Savoia, Zapponeta e Manfredonia, prima di salire a Monte Sant’Angelo dal sentiero storico di Scannamugliera, per essere presente la mattina del Venerdì Santo all’Ufficio delle Tenebre e lodare con il canto Morte e Resurrezione di Cristo nostro Signore.
Giovannangelo de Gennaro, lo specialista di musica medievale, fondatore e direttore dell’Ensemble Calixtinus, che ha suonato con i grandi della world music, da Ustad Nutrat Fateh Ali Khan a Michel Godard, ma anche con Vinicio Capossela nell’album Le canzoni della Cupa, e al Womad, lo scorso anno, in Cile. Un artista che con la musica ha seguito molti sentieri della fede. E ora ripercorre le orme lasciate dal pellegrino molfettese Michele Azzolini nel 1497.
Nelle sue ricerche musicali, tra fonti scritte e tradizione orale, de Gennaro ha scoperto qualche anno fa l’Ufficio delle Tenebre di Monte Sant’Angelo, senza dubbio la testimonianza di una tradizione musicale preconciliare rimasta intatta da molti secoli, ancora oggi eseguita dai confratelli nella bellissima chiesa di San Benedetto durante il Venerdì Santo, alle nove del mattino, in forma di alternatim tra coro e organo.
La passione dei cammini che nuove costantemente i passi di de Gennaro verso mete storiche di pellegrinaggio, è un altro aspetto della sua ricerca nel campo della musica medievale.
Una ricerca unita al gesto del pellegrinaggio. «Procedere a piedi ti fa comprendere a velocità umana i processi che determinano i cambiamenti nella società», spiega il musicista, che ha voluto effettuare questo pellegrinaggio con l’intento di chiedersi come potrebbe essere il canto dopo aver percorso 120 chilometri a piedi, proprio come facevano anticamente pellegrini, viandanti, ordini militari, santi e visionari, esattamente lungo la stessa via oggi trafficata da auto, bus e camion. «Pertanto – prosegue – andare in pellegrinaggio, come fece oltre cinquecento anni fa Azzollini, è un’esperienza che può farmi vedere con occhi diversi ciò che ascolto e canto, perché nel cammino le percezioni si ridimensionano verso l’essenzialità, disintossicandosi dalla quotidianità frenetica».
De Gennaro è nato a Molfetta, una città nella quale i riti della Settimana Santa costituiscono un punto di riferimento per i fedeli. «Devozione, tradizione, storia, pietà popolare sono alcuni aspetti che arricchiscono la nostra fede cristiana – racconta ancora il musicista – e le processioni come i riti paraliturgici durante la Quaresima ci ricordano un passato che è presente, e che perdura nel tempo con i suoi cambiamenti, perché noi cambiamo, e cambia ciò che ci sta intorno».
Esiste un calendario segnato dal tempo, dal gesto dell’uomo, indefinito e indefinibile. «E questo tempo – aggiunge de Gennaro – non ha una durata specifica, non è segnato da numeri, si costruisce con la ciclicità dell’esistenza, del rapporto tra uomo e natura, micro e macrocosmo. I riti della Settimana Santa sono senza dubbio parte di questo calendario, con il quale abbiamo la fortuna di rivivere ancora oggi momenti di riflessione spirituale attraverso la pietà popolare: gesti ereditati dalle confraternite, momenti di fede cristiana di un passato che perdura nel nostro presente, patrimonio del quale la Puglia è madre».
Le fasi del pellegrinaggio potranno essere seguite in diretta sul profilo fb di Giovannangelo de Gennaro e sulla pagina dedicata di www.settimanasantainpuglia.it.