Jucatùre è un testo di drammaturgia contemporanea in lingua catalana scritto da Pau Mirò (premio Ubu nel 2013 quale miglior testo straniero) tradotto con accenti napoletani dall’ottimo Enrico Iannelli, anche regista, e diventato così “I Giocatori”.
La pièce non poteva avere altro miglior e più appropriato titolo: infatti, gli attori, bravissimi, giocano i propri ruoli (nel significato francese di recitare) mentre ogni personaggio gioca con la propria vita; questa viene trasformata poi in racconto per gli altri compagni quando si ritrova con loro per giocare, appunto, la loro solita partita a carte nell’appartamento del professore di matematica (Renato Carpentieri).
Son ormai rari gli spettacoli teatrali in cui il chiaro divertimento degli attori va a contagiare altrettanto chiaramente con sonore risate il pubblico presente nella platea: questo è successo nelle serate dal 18 al 21 febbraio 2016 presso il Teatro Kismet di Bari per la Stagione di prosa del Teatro Pubblico Pugliese dove gli spettatori hanno manifestato di non essere stati, finalmente, disturbati.
La bravura attoriale ne “I Giocatori” poi si è apprezzata tanto più ove si consideri che sia il becchino balbuziente e con tic fisici, interpretato magistralmente dal regista Enrico Ianniello, sia il professore di matematica (Renato Carpentieri) sia il personaggio dell’attore (Tony Laudadio), sia quello del barbiere (Luciano Saltarelli) non raccontavano di episodi divertenti, ma solo dei fallimenti della loro vita che non si era rivelata delle più felici!
E così nel living scenograficamente scarno dell’ormai vecchio e povero appartamento del professore di matematica si incontrano in maniera piuttosto spartana, ma senza mai scadere nella volgarità, scurrilità e gigioneria, i quattro compagni con le maschere grottesche dei loro personaggi.
L’ottimo giocatore del ruolo del becchino lamenta il periodo di magra quanto a decessi. Mentre quanto ad amore racconta del suo appagamento quotidiano con Irina, la maestra dell’est, prostituta in Italia, di grande generosità: gli donava in aggiunta allo stesso prezzo brevi storielle che lo riconciliavano col mondo! Tristezza e angoscia lo colsero quando un giorno il posto di Irina, ritornata al suo paese, viene sostituito da Olga; il personaggio dell’attore, invece, racconta la collezione dei fallimenti dei provini d’attore, e sfoga la sua adrenalina realizzando furti nei vari supermercati, ma riuscendo sempre a sfuggire a vigilanza e a denunce; il Professore, invece, racconta del suo fallimento da insegnante a causa della grossa frattura alla scatola cranica che ha provocato ad un suo impertinente allievo, del processo penale a suo carico che ne è derivato e che lo porterà a coinvolgere i compagni in deposizioni testimoniali false nonché degli oggetti ricevuti in eredità dal padre tra cui il disco di Dean Martin che suscita ricordi di sessualità adolescenziale individuale nel personaggio/attore (Tony Laudadio); il cd presta anche la musica come colonna sonora dello spettacolo ed è oggetto di scherno da parte del becchino nei confronti del compagno attore; anche il personaggio del barbiere vanta il suo fallimento matrimoniale costretto a sopportare ogni male causato dalla moglie pur di non lasciarla andar via da casa!
Le sofferenze di queste storie di vita fallimentari, accomunate da assenza di denaro, vengono soffocate con le partite a carte spesso ritardate o mai cominciate proprio per via dei racconti della vita di ciascuno mentre bevono caffè e brandy. Le vite avvilite dei quattro ad un certo punto vengono rilanciate dalla messa a segno di una rapina presso un istituto di credito. Qui, mentre si concertano per la realizzazione del colpo, i quattro raggiungono momenti molto alti di bravura mentre la partita si fa sempre più dura. Ma come quando il gioco, di belushiano ricordo, si fa duro e i duri cominciano a giocare, così, realizzato il bottino, invece che cercare di tornare in bonis, i quattro decidono di puntare tutto a rouge o a noir.
Lo spettacolo “I Giocatori” finisce con questa adrenalinica scelta, generatrice di ulteriore sorriso amaro che ne conferma comunque la sua deliziosa fattura grazie a cotanta bravura attoriale e registica!
Emilia Brescia