15.04.2016 – La stagione di prosa del Comune di Bari, quasi al termine, purtroppo, della programmazione del suo cartellone, a cavallo tra fine marzo e inizio aprile, ci ha proposto il lavoro prodotto da Goldenart “I Duellanti”.
Il testo tradotto ed adattato da Francesco Niccolini è tratto dal romanzo di Joseph Conrad “The Duel” per la regia di Alessio Boni e Roberto Aldorasi.
E’ la storia dei due tenenti, d’Hubert (Boni) e Feraud (Prayer), appartenenti all’armata napoleonica che, paradossalmente, invece di sfidare il nemico, loro stessi, commilitoni in carriera, si sfidano a duello iniziando con sciabole prima in una lotta a terra , per poi continuare a cavallo, per finire con un duello alla pistola lungo tutto un periodo di circa 20 anni!
Il combattimento si caratterizza di paradosso non sussistendone un vero valido motivo che potesse giustificarlo se non quello di una lotta interiore all’uomo stesso tra l’osservanza alle regole del potere e quelle della sapienza di ciascun individuo che deve avere la forza di non accettarle ove non ritenute rispettose della dignità umana. Gli attori interpretano ciascuno anche il ruolo del dottore (Prayer) e del ferito (Boni) che alternano a quello dei duellanti quando escono fuori dal racconto dei primi per agire direttamente in campo, ora a terra, ora su due mezzi scenici frontali (impalcature mobili) che simulano con bell’effetto i cavalli, ora di nuovo a terra: con effetti cinematografici quale il rallentatore e l’intermittenza di luce nel buio della scena viene resa molto bene la durata e difficoltà del duello stesso.
Il cinema contamina il teatro del grande maestro e pedagogo Orazio Costa Gionvagigli, del cui insegnamento sono eredi, oserei dire “universali”(soprattutto Prayer al fianco del maestro anche in qualità di suo assistente), e che raggiunge nella pièce la sua massima esemplificazione quando l’iroso Feraud lancia l’ennesima sfida al duello a d’Hubert,: oltre al guanto, lancia anche forti imprecazioni in lingua barese per un’applicazione del metodo mimico a tutto tondo e per l’ilarità del pubblico che ha affollato la platea mostrando di aver gradito di gran lunga lo spettacolo con lunghi e scroscianti applausi finali.
Il metodo mimico applicato alla lingua barese ha sollecitato la riflessione che, purtroppo, nonostante secoli di storia e civiltà il duello, continua ad esistere ancora ai nostri giorni e per motivi tanto futili quanto inesistenti come gioco virile e culto d’onore! Queste riflessioni riemergono anche nel lungo monologo recitato dai due ufficiali di esercito che si alternano le battute nel racconto della battaglia in Russia e del drammatico e tristissimo rientro in patria.
Applausi meritatissimi anche per il bravissimo Francesco Meoni meno presente in scena ma con doti assai rare di mattatore e trasformista considerato che ha interpretato ben cinque personaggi nello svolgersi del tempo della vita dei duellanti.
D’effetto anche la musica dal vivo di Luca D’Alberto che la violoncellista Federica Vecchio ha interpretato supportando i sentimenti di ira e di tensione vissuti dai personaggi in scena. Ben studiati e curati i costumi per tutti i personaggi da Francesco Esposito.
La scenografia merita una menzione speciale in quanto sebbene apparentemente povera, grazie ad accorgimenti sviluppati su livelli diversi del palco, alla mobilità di parte di essa, alle luci, è riuscita ad arricchire le scene con l’atmosfera utile agli ambienti (Interni ed esterni) in cui hanno vissuto i personaggi.
Fa onore ai pugliesi questa pièce che dalla scrittura e dal cinema approda per la prima volta a teatro attraversando Inghilterra, Francia e Puglia con un attore molto bravo di origini baresi quale è Marcello Prayer, che non fa mistero dei suoi natali quando nella pièce sia pure per poco li manifesta in lingua.
Quindi spettacolo che merita di essere visto!
Emilia Brescia