9.01.2017 – Eccellente avvio per la stagione di prosa del Teatro Pubblico Pugliese, il 28 e 29 dicembre scorsi, presso l’elegante Teatro Petruzzelli, con la compagnia berlinese Familie FLÖZ che ha portato in scena la pièce Hotel Paradiso.
Dopo il successo al festival Fringe di Edimburgo per l’edizione 2015, la compagnia continua la sua tourneé in tutto il mondo, superando le barriere linguistiche grazie alla struttura dei lavori teatrali improntati su una comunicazione che esiste da prima del linguaggio parlato.
Tanti i personaggi interpretati con la mediazione di altrettante maschere che vivono e si caratterizzano grazie alla fluidità e precisione dei movimenti, anche acrobatici, dei soli quattro corpi degli attori.
La storia di decadenza dell’Hotel Paradiso a conduzione familiare accomuna i personaggi che vivono il loro mondo proprio nel pluristellato Hotel alle pendici di fiabesche alpi. Ben presto, però, la sua fama e la sua ospitalità, una volta guadagnate con la gestione dell’ormai defunto capo famiglia, presente in un ritratto che si trasfigura in personaggio sul far della notte, e con una fonte d’acqua sorgiva miracolosa, vanno vieppiù degradandosi per le relazioni conflittuali dei vari personaggi che vi dimorano, scandite da ritmato umorismo e gags.
Nemmeno l’attuale severa conduzione dell’hotel da parte dell’anziana capo-famiglia, nonostante la sua imponente figura (sale ancora sulla sedia per spolverare il quadro del defunto appeso in alto sulla parete), riesce a pacificare i due fratelli, colpendoli col bastone, che si perdono in litigi sull’innovazione della gestione, a far maturare l’affettività del portiere che si innamora fanciullescamente di ogni nuova cliente, a guarire la cleptomania della cameriera che con effetti illusionistici riesce a nascondere nel suo ampio gonnellone ogni genere di furtiva, ad impedire l’ospitalità di ladri, ben celata agli impacciati esponenti delle forze dell’ordine incapaci perfino di attraversare la porte girevole.
Il tutto spesso interrotto solo dal forte rumore proveniente dal vano del macellaio/cuoco che non fa mistero della sua presenza ogni qualvolta provveda alla macellazione segando ogni “molesto”essere animato.
Certo, la decadenza di quella tipizzazione umana, resa con una bravura e maestria uniche al mondo, non può far continuare a brillare le quattro stelle dell’hotel e col tempo anche il quadro con il ritratto del capofamiglia viene man mano allargato a quelli dei personaggi che muoiono di morte non sempre naturale.
La pièce è eccellente nella sua complessa realizzazione dove la storia della gestione dell’hotel è solo un espediente per dar vita ai vari tipi umani che inevitabilmente vengono specchiati dagli spettatori con le proprie emozioni, i propri sentimenti, insomma con la propria vita che, quand’anche malvagia nella realtà, viene purificata sul palcoscenico con drammaturgica poesia, lasciando, invece, agli spettatori quale unica malinconia quella della fine di uno spettacolo bellissimo che non si vorrebbe finisse mai.
Più unica che rara una pièce in cui ad altissimo livello qualitativo viene espresso il teatro di maschera, il clown, l’acrobazia e la musica per una compiuta drammaturgia senza parola! Ogni lavoro trae origine dal buio della materia come quello dello strato geologico contenente preziose materie prime, FLÖZ (da cui il nome della compagnia), per un’epifania di forma e contenuto unici nel loro genere performativo.
Non ci resta che auspicare al più presto il graditissimo ritorno dell’ottima Familie FLÖZ.
Emilia Brescia