30.03.2018 – Proseguiamo ancora con il quarto messaggio dedicato a “La Giornata Mondiale del Teatro”, istituita a Parigi nel 1962 dall’International Theatre Institute (ITI) dell’UNESCO, da una personalità della Cultura Mondiale per testimoniare le riflessioni vive sul tema del Teatro e della Cultura della Pace.
Quest’anno, in occasione del 70° ANNIVERSARIO dell’ITI i messaggi sono cinque, uno per ogni area geografica del mondo:
– Simon Mc Burney (Gran Bretagna – Europa)
– Sabina Berman (Messico – Americhe)
– Were Were Liking (Costa d’Avorio – Africa)
– Ram Gopal Bajaj (India – Asia e Pacifico)
– Maya Zbib (Libano – Paesi Arabi)
Riportiamo di seguito il messaggio di Ram Gopal Bajaj (India – Asia e Pacifico), registra teatrale, attore teatrale e cinematografico, accademico, precedentemente direttore della Scuola Nazionale di Arte Drammatica di Delhi.
“In breve, dopo tutte le storie evoluzionistiche, sappiamo soltanto una cosa, e cioè che tutte le forme di vita tendono a sopravvivere fino all’eternità. Se possibile, la vita tende a diffondersi oltre il tempo e lo spazio per diventare immortale. Inoltre, in questo processo, la forma di vita si mutila e si distrugge a livello universale. Tuttavia, dobbiamo limitare questa considerazione alla sopravvivenza dell’umanità e alla sua emancipazione dal cacciatore dell’Età della Pietra alla nostra Età dello Spazio. Siamo più rispettosi adesso? Più sensibili? Più gioiosi? Siamo più amorevoli nei confronti della natura di cui siamo un prodotto?
Sin dai nostri esordi, le arti performative (Danza, Musica, Teatro/Recitazione) hanno sviluppato anche lo strumento della lingua, fatta di vocali e consonanti. La vocale esprime, essenzialmente, i sentimenti o le emozioni, mentre la consonante effettua la comunicazione della forma e del pensiero/conoscenza. La matematica, la geometria, gli armamenti e, adesso, i computer ne sono il risultato. Pertanto, non possiamo tornare indietro da questa evoluzione della lingua. La Terra stessa non sopravvivrà, se la gioia collettiva delle arti teatrali e della conoscenza (che include la tecnologia) non sarà emancipata, ri-sublimata dal mondano, dalla furia, dalla cupidigia e dal male.
I mezzi di comunicazione di massa, così come la scienza e la tecnologia, ci hanno resi potenti come demoni: di conseguenza, la forma di teatro non è la crisi odierna, ma è la crisi di contenuti, di comunicazione e d’interesse. Dobbiamo fare appello all’uomo della Terra di oggi per salvare il vero pianeta terra e, quindi, il “teatro”. A un livello pragmatico, le arti dell’attore e quelle delle performance dovrebbero essere proposte ai bambini a partire dall’educazione primaria. Ritengo che tale generazione sarà più sensibile alla giustizia della vita e della natura. Il vantaggio della lingua potrà così essere molto meno dannoso alla Madre Terra e agli altri pianeti. Inoltre, il “teatro” diventerà più importante per la conservazione e il nutrimento della vita stessa, e per questo ha bisogno di incaricare il performer e lo spettatore, senza rappresentare una minaccia l’uno per l’altro in questa era cosmica di solidarietà.
Saluto il teatro e faccio un appello al mondo, affinché lo realizzi e lo sostenga dalla base della comunità, rurale e urbana tutta. Arti, Lingua e Compassione insieme nell’Educazione per le Generazioni”.
Ram Gopal Bajaj
Traduzione a cura del Centro Italiano dell’International Theatre Institute.
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