16.08.2017 – Dal 2 al 6 agosto si è svolto a Troia, nella Daunia pugliese, il Festival del Teatro, giunto ormai alla XII edizione e organizzato da Unione Giovanile Troiana, ACT! Monti Dauni e Teatri 35, con la direzione artistica di Francesco Ottavio De Sanctis.
Il tema dell’edizione 2017 è stato il Rito così descritto dal direttore artistico: “Riti di passaggio, riti di guerra, riti di iniziazione, riti individuali e riti collettivi, riti pubblici o privati. La processione e la Protesta, Riti Liturgici e Riti Laici. Una consuetudine, una procedura, una necessità, il thè, la sigaretta, la playstation. Il rito come caduta o come rifondazione. Il linguaggio, il simbolo, la sua interpretazione. Il rito come rappresentazione, come catarsi, come messa in scena: la danza, il ritmo, il gesto, le luci. Come trasfigurazione del reale, o come possibilità di liberare le energie della collettività, il Rito, la Festa, il Teatro si fanno eccezione, quell’extra-quotidiano capace di rigenerazione, quella condivisione che evocata si fa direzione”.
Abbiamo avuto il piacere anche noi quest’anno di passeggiare nella Troia del Teatro, degli artisti di strada, dei musicisti, dei riti. Abbiamo respirato l’atmosfera di questa manifestazione e possiamo senz’altro affermare che è un fiore all’occhiello della Daunia.
L’offerta dell’evento è varia e accontenta un po’ tutti i gusti dai più piccini ai più grandi, dai curiosi agli estimatori del teatro impegnato.
Siamo rimasti incantanti da questa cittadina le cui strade, all’ombra dell’imponente e bellissima Cattedrale, conducevano ognuna a luoghi in cui l’arte si esprimeva in tutte le sue forme dagli origami al teatro di figura.
Abbiamo scorto volti soddisfatti, incuriositi e un’organizzazione generale appropriata e disponibile.
Durante la nostra permanenza abbiamo avuto modo di partecipare allo spettacolo per bambini che, diciamolo pure, ha incantato anche noi adulti, “La Bella Addormentata, ovvero la regola del tre”, dove la fiaba si riallaccia con il rito.
Sono passati cento anni e la Bella Addormentata sta per svegliarsi. La maga Kandisha è intenta a cucire e ricamare il corredo della fanciulla aiutata da rocchetti magici e da un mago-sarto. Tra un ricamo e l’altro Kandisha racconta alla più giovane dei rocchetti, la storia della Bella.
Lo spettacolo si è tenuto nella graziosa cornice del Teatro Comunale di Troia, conosciuto come Teatro Pidocchietto, piccolo e raccolto, una cornice ideale per riti e sogni, dove “TrasFORMAzioneANIMATA”, gruppo stabile di ricerca e trasformazione dei diversi linguaggi del teatro di figura, ha messo in scena uno spettacolo delicato e suggestivo utilizzando il teatro d’attore, il teatro delle ombre e l’animazione a vista, oltre il teatro di figura, tirando fuori un risultato incantevole.
Poi dal mondo delle fiabe ci siamo trasferiti nell’androne di un palazzo di Troia dove abbiamo partecipato ad una delle tre performance presentate dall’attrice sarda Alessandra Asuni, nell’ambito del suo ultimo lavoro sul Rito.
L’artista sarda esplora il ciclo di “morte-vita-rinascita” attraverso il mondo femminile riprendendo antiche pratiche e mestieri della sua terra d’origine. Un percorso che richiama la performance teatrale rituale in cui nel corso dell’”esecuzione” si può generare sempre qualcosa di nuovo. Ognuno dei riti contiene l’altro, sono nella stessa misura per lo spettatore partecipante divisibili e indivisibili.
Erano previste tre serate: Accabbai-un rito, Matrici-un rito, Sabi-un rito.
A noi è toccato Matrici dove è stato ripercorso il tema della nascita. In un’unica donna albergano la madre, la partoriente, l’ostetrica, il ginecologo, la dea madre.
Per la donna il parto ha un valore iniziatico, rito di passaggio da una condizione ad un’altra. In Matrici si restituisce al parto il valore di rito: momento misterioso e sacro, evento che riguarda tutti, restituendogli il suo tempo lento, così che la sacralità del rito viva nella partecipazione.
Ed in effetti il pubblico era chiamato a partecipare a questo “impasto” raccontando il momento della propria nascita.
Ad ognuno è stato dato un elemento, un ingrediente diciamo così, a chi l’acqua, a chi il sale, a chi gli asciugamani…
E così come avveniva un tempo, quando la partoriente entrava in travaglio, anche nella performance si impastava e raccontava.
Abbiamo scorto emozione in alcuni racconti, forse qualche nota di imbarazzo, prontamente accolta dalla Asuni che dolcemente ci ha permesso di tessere i nostri racconti e ci ha predisposto ad ascoltare il suo.
Meraviglioso momento rituale, apparentemente esteriore, in realtà totalmente interiore.
Una comunione di anime diverse tutte nate allo stesso modo, seppur con modalità e situazioni differenti.
La nostra passeggiata al Festival si è conclusa con gli artisti di strada, nasi rossi acrobati e burloni, che ci hanno permesso di concludere con un gran sorriso una serata molto speciale.
Volutamente in questa nostra riflessione non siamo voluti entrare troppo nel dettaglio, non ci interessava farlo, volevamo bensì trasmettervi l’emozione di una manifestazione che lascia il segno per i contenuti di valore che propone.
Dunque, all’anno prossimo con il Festival Troia Teatro, Tuttun’altra Troia.
Manuela Bellomo