5.12.2022 – Cime di Puglia torna con un nuovo appuntamento della rubrica Parole e Pubblicazioni: la Puglia dà emozioni.

Grazie alla coinvolgente conduzione di Elisabetta Russo e alla competenza tecnica di Graziano Bevilacqua è presente in video l’eclettico – insegnante di scuola per professione, ma anche scrittore, musicista jazz, istruttore di yoga e terapista ayurvedico – Fausto Campanozzi.

Naturalmente l’ambito della scrittura sarà quello che accarezzeremo, e il suo testo Come le viole ad ogni primavera sarà il canale per conoscere di più il nostro ospite.

È una storia, non è un romanzo, non ha climax e scioglimento, non ha pathos. È lineare ma comunque incuriosisce”.

Lo presenta così Fausto il suo libro.

Un libro che racconta il periodo della sua infanzia e adolescenza – a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 – che avrebbe dovuto avere una genesi diversa, e che ha per protagonista lui, i suoi fratelli – uno dei quali prematuramente scomparso nel gennaio del 2021 e che è il reale protagonista del testo – e i suoi amici.

Non è la solita autobiografia (“non gliene frega niente a nessuno della mia vita”), ma vengono raccontati spaccati di vita realmente accaduti a lui e alla sua comitiva, di cui in molti casi vengono mantenuti anche i nomi reali.

Non mancano nemmeno i riferimenti storici che hanno caratterizzato quel periodo del secondo dopoguerra, dall’allunaggio alla guerra in Vietnam, dalla dittatura cilena all’epidemia di colera.

Ogni capitolo racconta una vicenda di Fausto prima bambino, poi adolescente, dei suoi cambiamenti interiori, degli spostamenti da un paesino ad un altro per le vacanze o per andare a trovare i parenti.

Con l’obiettivo di mantenere ancor più viva la memoria di suo fratello, non solo nei cuori dei famigliari, ma anche in coloro che si cimenteranno nella lettura di queste pagine.

Fausto Campanozzi

Con la volontà di raccontare un’epoca “meravigliosa”, per chi l’ha vissuta in prima persona e per chi l’ha letta, ascoltata attraverso la musica e la poesia, saggiandone il profumo della libertà, la carica emotiva.

Con il desiderio di emozionare, divertire, perché no, commuovere. Ma senza presunzione.

Arrivando “all’anima del lettore, con delicatezza e leggerezza. Le pagine devono girarsi da sole”.

…C’è bisogno di ritrovare il passato, dove il tempo acquista finalmente un senso compiuto. E l’unico modo per farlo è ricorrere alla memoria.

Ringraziamo Fausto Campanozzi per le emozioni che è stato in grado di trasmetterci in questi minuti in sua compagnia.

Il video integrale dell’intervista lo trovate qui: https://youtu.be/1B9dOR5x8v4

Come le viole ad ogni primavera, Fausto Campanozzi, Narrativa.

Claudio Mastrodonato