12.07.2023 – Chiusura decisamente in bellezza per la serata conclusiva della XXIV edizione del festival Experimenta che, nella suggestiva location di Villa Donnaloja ad Alberobello, ha regalato al pubblico accorso numeroso da ogni parte della regione, momenti di intensa emozione per acclamare gli artisti previsti nei due appuntamenti finali, con la pianista Elpidia Giardina e l’affascinante progetto musicale “Dolcissime radici” con Giovanna Carone (voce), Vince Abbracciante (fisarmonica) e Leo Gadaleta (chitarra e violino), un viaggio attraverso ben sette secoli di storia della musica, dal Trecento alla musica barocca fino alla più recente musica d’autore.
Elpidia Giardina, eccellente pianista e clavicembalista siracusana, diplomata con il massimo dei voti rispettivamente presso il Conservatorio di Catania (pianoforte) e Palermo (clavicembalo), vincitrice di importanti Concorsi Nazionali e Internazionali, con all’attivo oltre cinquecento concerti, ha presentato nella kermesse, diretta come sempre magistralmente da Gianluigi Trevisi, il suo progetto esclusivo “Elpidia Giardina plays Pink Floyd” un medley di oltre cinquanta minuti dei brani più iconici della formazione britannica formatasi a Londra nel 1965.
Abbiamo incontrato Elpidia per una breve intervista alla quale si è concessa con entusiasmo ed amicizia.
Signora Giardina, da giornalista, ma soprattutto da pianista, trovo straordinario il suo eclettismo nel saper coniugare i canoni della musica classica con il rock dei Pink Floyd, il progressive dei Genesis e il funk degli Earth, Wind & Fire. Da dove nasce l’interesse per progetti così apparentemente distanti dall’austerità del mondo classico?
Tutto nasce dall’orecchio assoluto, dote che mi consente in ogni momento di riprodurre all’istante sulla tastiera del mio pianoforte una qualsiasi melodia. Sin da giovanissima, quando ho intrapreso gli studi classici, mi cimentavo con l’ascolto di Pink Floyd, Genesis e Earth, Wind & Fire che suonavo, di nascosto ai miei maestri di Conservatorio che, probabilmente, non avrebbero giudicato bene questa mia passione “alternativa”. Ciò è accaduto anche con alcuni cantautori come ad esempio Lucio Dalla, Lucio Battisti, Pino Daniele ma anche con Sting, David Bowie fino alle più celebri colonne sonore del maestro Ennio Morricone o Jesus Christ Superstar che riproducevo per lo più nelle serate tra amici. Una sera, però al termine di un mio concerto per pianoforte di musica classica, alcuni di essi mi hanno incitata a suonare “Firth of Fifth” dei Genesis, e visto il grande successo di pubblico, ho deciso così di crearne un intero progetto.
Parliamo ora del progetto “Elpidia Giardina plays Pink Floyd” presentato ad Experimenta. Cosa le ha dato l’input per affrontare una rielaborazione così impegnativa?
In seguito al grande successo ricevuto a gran sorpresa con il mio primo progetto sui Genesis, ho iniziato a studiare minuziosamente i brani dei Pink Floyd in un arrangiamento decisamente meno libero rispetto al precedente, nel quale ho cercato di riprodurre più fedelmente possibile i vari assoli di David Gilmour e degli altri componenti della formazione, soffermandomi soprattutto sulla timbrica della voce del celebre brano “The Dark Side of the Moon”.
Cosa ha determinato la scelta dei brani e come ha proceduto nella creazione di un medley di oltre 50 minuti?
Per quanto riguarda la scelta dei brani, ho proceduto cercando di coniugare i miei gusti personali con quelli del pubblico, ovviamente creando un medley che tenesse in considerazione la tonalità e l’andamento ritmico tra un brano e l’altro con l’obiettivo primario di crearne una continuità senza alcuna interruzione. Non è stato facile, ma da buona nuotatrice quale sono, è stato un ottimo allenamento per il futuro.
Passiamo ai Genesis, di cui ci ha regalato come bis finale il toccante brano “The Carpet Crawlers”. Trova che i Genesis abbiano attinto alle armonie di certa musica classica e sinfonica?
Personalmente ritengo che i Genesis rimandino a certa musica classica e sinfonica, per questo motivo non ho trovato particolari difficoltà nell’ arrangiarli al pianoforte, dove mi sono sentita libera di interpretarli anche con rielaborazioni personali.
Qualche piccola anticipazione sui suoi prossimi progetti e sulle prossime produzioni discografiche. Tornerà ancora qui da noi in Puglia?
La Puglia è una regione davvero magnifica ed il pubblico è davvero meraviglioso. Tornerò per Bari in Jazz e suonerò al Castello di Sannicandro il prossimo 30 luglio. Ma le sorprese non finiscono qui perché quasi certamente, nel prossimo autunno, tornerò nuovamente per presentare il mio progetto sui Genesis, magari in una dimensione teatrale e più intima come merita.
Per quanto riguarda invece le produzioni discografiche, sono di prossima uscita ben quattro cd a cominciare dal progetto sulla formazione dei Genesis, a cui seguiranno quello sui Pink Floyd, su Earth, Wind & Fire e sulla celebre colonna sonora di Jesus Christ Superstar. Work in progress invece su una rielaborazione dell’album “Casa”, pubblicato nel 2001, del trio Morelenbaum 2/Sakamoto, composto dal violoncellista Jaques Morelenbaum, dalla cantante Paula Morelenbaum e dal pianista e compositore Ryuichi Sakamoto, un omaggio al compositore brasiliano Jobim, per pianoforte solo.
Non ci resta quindi che ringraziare Elpidia Giardina, per averci concesso il suo preziosissimo tempo, raccontandosi con grande disponibilità, invitando il pubblico ad ascoltarla nel suo progetto “Elpidia Giardina Plays Pink Floyd” il 30 luglio nella splendida location del Castello di Sannicandro di Bari, nell’ambito del Festival Metropolitano Bari in Jazz.
Foto (al pianoforte) di Franca Centaro
Claudia Mastrorilli