27.02.2017 – La comicità di Cinzia Leone, attrice romana, va davvero oltre con lo spettacolo “Mamma sei sempre nei miei pensieri. Spostati!” presentato al Teatro Palazzo di Bari sold out, sabato scorso, 25 febbraio, per la stagione firmata da Titta De Tommasi.
Scritto a quattro mani con il commediografo e regista Fabio Mureddu con la collaborazione di Federica Lugli (produzione di Perrone Spettacoli & Stardust Associati) lo spettacolo rappresenta uno spunto di riflessione in chiave comica dell’imprinting che ognuno di noi ha ereditato dalla figura genitoriale per eccellenza, quella della madre.
Lo stesso titolo, a lungo ricercato dall’autrice, raffigura quel processo di allontanamento dalla madre, indispensabile in ogni periodo di crescita, che spesso diventa particolarmente difficile soprattutto per le figure femminili verso cui il legame con la madre appare volte indissolubile.
In realtà ogni essere umano è il vissuto di chi ci ha cresciuto e a volte gli stessi genitori, afferma la Leone, diventano inconsapevolmente artefici delle paure, delle ansie ed insicurezze dei propri figli.
Ecco quindi che “Mamma sei sempre nei miei pensieri. Spostati!” si pone l’obiettivo, con maestria e fine ironia, di rendere espliciti tutti quei condizionamenti capaci di influenzare la vita dei propri figli.
Attrice comica di grande spessore, Cinzia Leone, conosciuta al grande pubblico per le sua nutrita carriera teatrale e le numerose partecipazioni televisive, travolge il pubblico sin dall’inizio dello spettacolo, entrando in scena direttamente dalla platea.
Istrionica, camaleontica, brillante, con il suo monologo sulla “mammità” la Leone ha saputo coinvolgere, con una ironia pungente e mai banale, gli spettatori che, divertiti, hanno spesso interagito con la stessa attrice quasi fosse una chiacchierata tra vecchi amici.
Esilaranti gli interventi telefonici della “mamma”, in preda ad attacchi ora di gastrite, ora di colite alla ricerca del conforto costante della propria figlia.
Un excursus dei rapporti madre-figlia sin dai tempi della preistoria, in un intreccio di gag esilaranti sulle antiche e mai scomparse problematiche della donna e su quel cordone ombelicale che ci lega alle proprie madri in un rapporto di odio ed amore, di volontà di libertà e di emancipazione ma con un senso di colpa sempre presente verso chi ci ha generate.
E allora non possiamo che concludere con un urlo quasi liberatorio “Mamma sei sempre nei miei pensieri. Spostati!” che risulta come un atto di riflessione dell’ambivalente rapporto che ci lega a colei che ci ha messo al mondo in una perenne ricerca di indipendenza emotiva.
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Claudia Mastrorilli