19.10.2014 – La nuova stagione di spettacoli del Teatro Abeliano debutta in maniera imponente con la sua nuova produzione: BlueBirdBukoswki. La pièce è interpretata da colui che identifica da sempre il teatro Abeliano, Vito Signorile,con il coraggioso contributo di Mary Dipace nel ruolo di una severa infermiera che sperimentando il sesso doma il suo duro e cinico temperamento; firma la drammaturgia Riccardo Spagnolo,mentre la regia è di Licia Lanera.
Diversi commenti sono stati già espressi da esperti sin dal suo debutto avvenuto sabato 11 ottobre: questo vuole essere un modesto contributo con osservazioni sulla realizzazione. Appena in teatro, si è subito catturati dalla sensazione di freddo che promana dalla stanza obitorio e dall’atmosfera di triste solitudine resa molto bene da Vincent Longuemare con la scelta di colori grigi, disegno schematico di scena e dalle luci. Atmosfera resa ancora più vera dalla giacenza del corpo senza vita dello scrittore Bukoswki /Signorile e dalla presenza solitaria dell’infermiera, dietro aloni di fumo della sua sigaretta.
L’atmosfera di vita vissuta cede però presto il passo ad una prima raccontata finzione: la salma si sveglia, si alza e parla come sa egregiamente fare il narratore barese per eccellenza, Vito Signorile. Bukoswki incredibilmente diventa quel fantasma, consapevole di essere già morto, ma che ora appunto parla in forma monologica e qualche volta dialogica attraverso le parole che sulla vita, nella sua vera vita, ha fissato su carta per raccontarne una umanità vacua. E l’attore, rotta la prima atmosfera, narra del suo personaggio o meglio di alcune componenti della sua vita: dissolutezza del sesso al punto da farlo diventare rancido sia che lo consumi da solo sia che lo consumi in compagnia di donne che come lui, provate nel corpo e nello spirito, vivono ai margini della città; piaceri dell’alcool col sudiciume e pericolosità che di contro crea la sua esagerazione…e le parole scritte come quelle di BlueBird! Viene raccontato e descritto un personaggio come tanti fra chi nella società dell’opulenza sceglie di vivere così con uno stile opposto, di rifiuto della stessa forse anche quale forma di denuncia.
In tale narrazione si colloca la storia del personaggio/fantasma con la sua infermiera la quale alla fine della relazione, spesso senza vero conflitto/energia, dal ruolo di rigida e severa guardiana passa a quello di donna che si intenerisce cedendo ad un rapporto sessuale la cui credibilità si è persa nel suo svilupparsi perché anch’esso raccontato e non agito e la nudità dell’infermiera, e ancor più quella parziale di Bukoswki /fantasma, non sono state sufficienti! Un lavoro interessante e coraggioso, e per questo ammirevole, sia pure con alcune perplessità: messa in scena di una poetica di Bukoswki narrata, e quale parte della stessa poi?, o una narrazione della sua vita? Comunque molta descrizione e poca azione (azione da non intendersi movimento).
Da vedere sino a domenica 19 ottobre 2014 (ore 18.00), sollecita la lettura delle opere di Bukoswki.
Emilia Brescia