23.03.2025 – Il BIF&ST 2025 segna una svolta nella sua programmazione: nasce “Sarò Breve – Cortometraggi”, una nuova sezione interamente dedicata ai cortometraggi.

Per la prima volta nella storia del Bari International Film Festival, il cinema breve conquista un proprio spazio, non competitivo ma fondamentale per dare visibilità a giovani autori, produzioni indipendenti e nuove sperimentazioni linguistiche.

Proiettata all’interno del Multicinema Galleria, la rassegna ha offerto uno sguardo ampio sul panorama del cortometraggio contemporaneo italiano e internazionale, spaziando dall’animazione all’impegno civile, dal body horror alla commedia sociale, fino al noir e al racconto adolescenziale.

Di seguito, una panoramica critica dei film selezionati.

Playing God di Matteo Burani (Italia/Francia, 9’)

Un gioiello d’animazione in stop-motion che riflette sul potere (e sul tormento) della creazione artistica. Un demiurgo plasma una creatura d’argilla nel buio del proprio laboratorio, dando vita a un’atmosfera sospesa tra il sacro e l’inquietante. Con una fotografia evocativa e un design sonoro d’eccellenza, Burani firma un’opera affascinante, presentata alla SIC di Venezia e premiata al Ravenna Nightmare.

Superbi di Nikola Brunelli (Italia, 16’)

Giorgio Colangeli incarna con sensibilità il custode di un negozio storico di olive all’ascolana, minacciato da un giovane concorrente. Commedia agrodolce sull’identità e l’integrazione, il corto è un inno alla tradizione che sa dialogare con il presente. La regia di Brunelli si distingue per ironia e delicatezza.

Love and Chewing-Gum di Arianna Di Stefano (Italia, 13’)

Una tenera commedia romantica sull’amore adolescenziale, con protagonisti giovanissimi. La regista Di Stefano riesce a restituire con autenticità i primi batticuori e il senso di spaesamento generazionale. Una piccola perla premiata ad Ancona e al BUFF di Malmö.

Largohen Dallendyshet (Swallows Will Leave) di Deni Neli (Albania/Italia, 20’)

Un racconto intimo di migrazione e perdita dell’innocenza, ambientato nell’Albania post-comunista. Il tredicenne Landi affronta il distacco dalla propria terra con uno sguardo disincantato. Diretto con sensibilità da Deni Neli, il corto si distingue per la forza visiva e poetica.

Il Generale di Nicolò Accettura (Italia, 11’)

Cinema partecipato che nasce nelle periferie di Bari. Tra realtà e immaginazione infantile, tre ragazzini affrontano un’assurda leva obbligatoria in quartiere. Un corto originale che mescola gioco e denuncia sociale, con giovani attori non professionisti.

Un figlio di Carmen Giardina (Italia, 9’)

Interpretato da un’intensa Ottavia Piccolo, questo corto nasce per commemorare le vittime di mafia, raccontando la storia vera della madre di Antonio Montinaro. Un lavoro toccante e civile, capace di trasformare il ricordo personale in memoria collettiva.

Dagon di Paolo Gaudio (Italia, 6’)

Omaggio artigianale e visionario all’universo di H.P. Lovecraft, realizzato in stop-motion. Un uomo, travolto dal terrore cosmico, rivive il suo incontro con l’Antico Dagon. Un’opera potente, premiata in numerosi festival horror.

Majonezë (Majoneze) di Giulia Grandinetti (Italia/Albania, 23’)

Il corto più premiato della selezione. Una giovane donna ribelle spezza le catene di un sistema patriarcale. Girato in Albania, il film di Grandinetti è un ritratto crudo ed esplosivo di emancipazione femminile. La protagonista, Caterina Bagnulo, è straordinaria.

Un lavoretto facile facile di Giovanni Boscolo (Italia, 15’)

Un noir teso e minimale ambientato in un furgone. Due uomini e una vittima nel retro. Con dialoghi taglienti e una tensione crescente, Boscolo riflette sul crimine e la coscienza morale, ispirandosi al polar francese.

Sette settimane di Enrico Acciani (Italia, 15’)

Una donna, una scelta. Il tema dell’aborto affrontato con realismo e pudore, senza giudizi. Il film, forte dell’interpretazione di Nina Nicastri, esplora il diritto alla libertà femminile con tocco misurato e profondo.

Nonna Rivoltella (Lady Revolver) di Mario Bucci (Italia, 18’)

Una black comedy graffiante sulle fake news. Una nonna trasformata in killer da teorie del complotto online: provocatoria, grottesca, divertente. L’attrice teatrale Carmela Vincenti domina la scena in un’escalation surreale.

Roberta Rutigliano