26.04.2019 – Il 23 gennaio 2010 una Bari sonnacchiosa e intirizzita dalla algente bruma, avviluppata nella sua placida monotonia, incontrava tra curiosità e diffidenza il fervore di un festival del cinema appena nato, il Bif&st.
La kermesse, forte del plauso ottenuto l’anno prima dallo sperimentale “Per il cinema Italiano”, si apprestava a celebrare tutte le suggestioni della nostra odierna cinematografia, nel segno delle sue stagioni migliori.
Tanto doveva ancora accadere: l’appena rinato Teatro Petruzzelli avrebbe visto avvicendarsi, tra autorialità e costume, premiate anteprime internazionali ed incontri unici e spesso irripetibili con le più rilevanti personalità della settima arte (penso a Sorrentino, premiato a Bari per il Divo prima della sua consacrazione internazionale o all’indimenticabile masterclass-testamento di Bertolucci); Il Galleria, avrebbe svestito, anche se per pochi giorni, i panni di non luogo del mainstream per divenire universo altro e diacronico del nostro cinema tutto; Bari, e con essa l’Italia, avrebbe avuto l’occasione di (ri)scoprire il genio dimenticato di alcune figure imprescindibili della nostra cultura come Carmelo Bene, Marco Ferreri, Cecilia Mangini, Vittorio De Seta e di giungere all’essenza dell’arte cinematografica attraverso retrospettive uniche ed inestimabili (una su tutte quella dedicata all’immenso Fritz Lang).
Il Bif&st, insomma, sarebbe ben presto divenuto un appuntamento cittadino atteso ed irrinunciabile che attraverso una sapiente commistione di proposte eterogenee per vocazione avrebbe riunito nel nome del cinema semplici appassionati e i più attenti cinefili.
Oggi, dopo un decennio, il Bari International Film Festival, entrato di diritto fra gli eventi cinematografici più rilevanti della penisola, è chiamato ad una nuova sfida: guardare al futuro conservando la sua matrice identitaria e restituire magnificenza alla fruizione del cinema in sala, esperienza unica e bellissima, ormai misconosciuta.
La decima edizione del festival ideato da Felice Laudadio e presieduto anche quest’anno da Margarethe Von Trotta, che si svolgerà dal 27 aprile al 4 maggio prossimi, omaggia i 90 anni del più grande compositore del nostro cinema, il due volte premio Oscar Ennio Morricone, cui verrà dedicata oltre ad una mostra fotografica al Colonnato della Provincia, una retrospettiva di 42 tra i film da lui musicati ed una serie di incontri nel ritrovato Teatro Margherita.
Il festival si apre con una serata evento al Teatro Petruzzelli, preziosa ed imperdibile, che prevede la proiezione del film muto, per anni scomparso e miracolosamente recuperato, Napoli che canta del 1926 accompagnato dal recital di Lina Sastri che interpreterà dal vivo canzoni e musiche della grande tradizione partenopea.
Il politeama, come di consueto, diverrà al mattino casa del cinema e dell’audiovisivo ospitando le lezioni informali di alcuni fra i più rilevanti nomi della cinematografia contemporanea: oltre alla masterclass inaugurale con Ennio Morricone, che si annuncia memorabile, sono attesi Roberto Andò, Paola Cortellesi, Paolo Del Brocco, Valeria Golino, Roberto Herlitzka e Valerio Mastandrea che riceveranno nel corso delle diverse serate il Federico Fellini Platinum Award For Cinematic Excellence.
Nel pomeriggio saranno presentati i 12 film del panorama internazionale, la sezione competitiva da sempre più interessante che meglio di ogni altra riesce a tradurre in immagini le differenti urgenze delle società contemporanee. Un affascinante ed ipercinetico viaggio da fermi fra culture e mondi distanti e mai così vicini. Le opere verranno giudicate da una giuria internazionale presieduta dal critico britannico Derek Malcolm e composta dai registi Francesco Bruni e Salvatore Maira, dall’attrice Giuliana De Sio e dalla giornalista polacca Grazyna Torbicka.
La sera è tempo di gala tra premi e proiezioni fuori concorso di film in anteprima assoluta attesi ed importanti tra cui si segnalano The Witness, ultima interpretazione del compianto Bruno Ganz, e Balloon, storia di un rocambolesco progetto di fuga in mongolfiera dalla Germania Est.
La magia eterna del Teatro Petruzzelli verrà, inoltre, celebrata l’ultimo giorno del festival con l’imperdibile presentazione in anteprima assoluta della copia restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia della versione integrale del film Polvere di Stelle con due interpretazioni memorabili di Alberto Sordi e una grande Monica Vitti.
Moltissimo cinema italiano affollerà le sale del Multicinema Galleria in una sapiente commistione di generi e proposte adatte ad ogni tipo di palato.
Accanto alla sezione Nuovo cinema italiano in anteprima, che presenterà sei titoli inediti assolutamente da non perdere (uno su tutti Lucania Terra sangue e magia di Gigi Roccati) saranno due le sezioni competitive:
Italia Film Fest presenterà una selezione dei migliori film italiani della stagione appena trascorsa che verranno premiati nel corso delle diverse serate.
Questi i vincitori:
Premio Monicelli (regia) a Matteo Garrone per Dogman
Premio Cristaldi (produttore) per Suspiria a Luca Guadagnino, Mario Morabito, Francesco Melzi D’Eril;
Premio Tonino Guerra (soggetto) a Mario Martone e Ippolita Di Maio per Capri Revolution;
Premio Luciano Vincenzoni (sceneggiatura) a Maurizio Braucci, Claudio Giovannesi,Roberto Saviano per La Paranza dei Bambini;
Premio Anna Magnani (attrice protagonista) ad Alba Rohrwacher per Troppa Grazia;
Premio Vittorio Gassman (attore protagonista) ad Alessandro Gazaleper Ovunque Proteggimi;
Premio Alida Valli (attrice non protagonista) a Marina Confalone per Il vizio della speranza;
Premio Alberto Sordi (attore non protagonista) a Edoardo Pesce per Dogman;
Premio Morricone (musiche) a Sasha Ring e Philipp Thimmper Capri Revolution;
Premio Rotunno (fotografia) a Daniele Ciprì per Il Primo Re e La paranza dei bambini;
Premio Ferretti (scenografia) a Dimitri Capuani per Dogman;
Premio Perpignani (montaggio) a Walter Fasanoper Suspiria;
Premio Tosi (costumi) a Viorica Petroviciper Menocchio;
Premio Vittorio De Seta (miglior documentario) a Stefano Savona per La strada dei Samouni.
Opere prime e seconde, invece, restituisce visibilità a un cinema italiano nuovo di zecca, spregiudicato e coraggioso, spesso ingiustamente in penombra. Una giuria di 30 attenti spettatori coordinati da Lidia Ravera premierà il 3 maggio la migliore opera dei maestri del domani.
Il Bif&st, com’è ovvio, è un contenitore variamente assortito che riunisce in sé, al di là dell’agone cinematografico, finalità diversissime unificate dall’esperienza filmica. In questa ottica devono leggersi i numerosi eventi collaterali di cui è costellata questa edizione: prima fra tutti la rassegna intolerance che attraverso 14 pellicole fondamentali, tra cui il celeberrimo e controverso muto che dà il titolo alla retrospettiva, si propone di suscitare una doverosa riflessione sull’intolleranza e la violenza.
Nello stesso solco si muoveranno i film e i documentari della rassegna Cinema e Scienza quest’anno dedicati all’acqua e al doloroso fenomeno della tortura e della violazione dei diritti umani, e Cinema e Medicina che indaga il modo in cui il cinematografo racconta la salute.
Gli amanti della cinematografia di genere non resteranno delusi: Bif&st in collaborazione con Universal Italia presenta la rassegna “Blumhouse retrospective”: un’occasione unica per (ri)vedere in notturna tutti i titoli più fortunati realizzati dalla casa di produzione fondata da Jason Blum.
Un Bif&st, quello del decennale, dal carnet ricchissimo e multiforme che allarga il suo sguardo per divenire immaginifico compendio di ogni umano sentire e restituire ad un pubblico sempre più vasto la sottile irresistibile malia della fabbrica dei sogni.
Motore Ciak Azione!
Simon