Anna Marchesini ha presentato questi giorni, in esclusiva per il Mezzogiorno, presso il Teatro Petruzzelli di Bari per la prosa del Teatro Pubblico Pugliese, il suo lavoro “Cirino e Marilda non si può fare”. Scritto e interpretato da lei con intermezzi musicali eseguiti dal vivo da AIRE DE MAR: Martin Diaz alla chitarra, Marco Collazzoni per sax e flauto, Saverio Federici alle percussioni.
Si apre il sipario. Sul palco una meravigliosa Anna Marchesini avvolta in un abito candido, caldo, seduta su una postazione, studiata ad hoc per lei, con accanto i suoi interlocutori musicali, un po’ più al buio: luci e ombra, chiaro e scuro.
Così leggiamo sul suo sito web:”Con gioia attendo di raccontare questa storia in un palcoscenico che ho immaginato nudo e senza supporti scenici per permettere alla voce e al corpo di riscrivere ogni volta la storia, narrando non come un lettore ma come l’attore ogni volta diverso protagonista della vicenda stessa che non può che viverla quella storia, rappresentarla senza mai conoscerne la fine”.
Si narra la storia del professor Cirino Pascarella, ritiratosi a vita solitaria in una umile pensione al settimo piano di un grigio stabile dove, la tenutaria Signora Olimpia, non fa altro che stargli attaccato alle calcagna nella speranza di rifilargli sua figlia, la zitella quarantenne Marilda.
Cirino di questa Marilda proprio non ne vuole sapere niente e finge di non vedere, di non sentire, di non accorgersi delle continue trame che la signora Olimpia ordisce per condurre la figlia a giuste nozze.
Il professore è una figura etera, sfuggente, desiderosa solo di rimanere lontana dal clamore del vivere in cui Olimpia cerca, invano, di coinvolgerlo.
Nel buio però si accende una luce. Quella della finestra dell’appartamento dello stabile difronte, dove vive un giovane portuale che, del tutto inconsapevolmente, con il suo giovane e aitante corpo, seduce Cirino, strappandolo dalla sua solitudine e accendendo una passione, ormai sopita dallo scorrere del tempo e delle tristezze della vita.
Sembra una lettura scenica quella sul palco ma in realtà non lo è. Stiamo parlando di Anna Marchesini, colei che dona vita ai suoi personaggi con la voce e con pochi gesti, sottolineati dalle musiche dei Aire de Mar che supportano gli stacchi e le battute che spesso si inseriscono nella descrizione ironica dei personaggi.
E ci sembra proprio di vederla la signora Olimpia, una megattera di ampie proporzioni che bussa alla porta dell’appartamento n°12 e che non si dà pace finchè Cirino, pur di metterne a tacere l’invadenza, risponde facendo finta di non aver sentito. E ci sembra ancora di vederla quella finestra immersa nel buio, lo sguardo dall’altra parte della strada, il brivido di passione lungo la schiena.
E ci sembra ancora…ma il finale non ve lo racconteremo!
Il sipario si chiude per riaprirsi subito dopo e dare la possibilità ad Anna Marchesini di godersi l’applauso del suo pubblico, quello di sempre, quello che per tutti questi anni non ha smesso di pensare a lei, nonostante le inevitabili pause.
E’ la Marchesini di sempre, ali di farfalla variopinta, rallentate appena dal guscio di crisalide che la vita le ha messo sulle spalle, non scalfendo tuttavia neanche una virgola della sua bellezza artistica, che se possibile, ora è ancora più apprezzabile e preziosa.
Siamo felici di avere avuto la possibilità di assistere a questo lavoro di Anna, tuttavia ci spiace che il pubblico barese di domenica sera non sia stato coeso e prodigo negli applausi e nel tributo che, a nostro avviso, doveva essere molto più caloroso.
Talvolta rimaniamo un po’ perplessi dall’anima commerciante dei baresi che trattano la cultura come se fosse una compravendita.
Manuela Bellomo