12.12.2019 – Dal 18 dicembre 2019 al 10 gennaio 2010 si terrà, presso il Centro Polifunzionale Studenti, in Piazza Cesare Battisti a Bari, la mostra #animaostetrica di Luigi Scaringello – Riflessioni di Maurizio Gnazzi. A presentare l’evento l’associazione culturale ARTEEMIELE con il vernissage del 18 dicembre 2019 alle ore 18:30 presso l’Aula Leogrande.
Interverranno alla manifestazione:
- Antonio Decaro Sindaco Città di Bari
- Stefano Bronzini Rettore Università degli studi di Bari
- Maurizio Gnazzi Coordinatore Ostetrico Mater Dei
- Luigi Scaringello Ginecologo Mater Dei
- Menica De Tommaso Presidente Ordine delle Ostetriche BA/BAT
- Santa Fizzarotti Selvaggi Vice Presidente Associazione Crocerossine d’Italia
- Pio Meledandri Presidente Associazione Culturale Artiemiele
Nell’antichità venire al mondo era un rischio sia per la partoriente che per il nascituro, tanto che questa condizione ha contribuito a creare intorno alla figura della madre paure e leggende, alimentando in alcuni casi un alone mistico e magico. Un evento così importante quale l’arrivo nella comunità di una nuova creatura ha spinto nei secoli passati la collettività a proteggere tenacemente la madre e il bambino, non solo attraverso le scienze mediche, ma anche ricorrendo a rituali e scaramanzie conformi al folklore e alle credenze religiose del tempo.
Fino a sessant’anni fa il parto avveniva nell’intimità e sicurezza della casa materna con l’ausilio della ostetrica, figura di origine antichissima che ricopriva un ruolo di primaria importanza. Il trasferimento nelle sale operatorie d’ospedale ha mutato le condizioni contestuali del rito, insieme agli aspetti sociali e relazionali tra gli attori della scena.
L’utilizzo di supporti visivi nelle sale operatorie ha travalicato ben presto la finalità della documentazione scientifica per divenire memoria dell’evento, testimonianza di emozioni.
Dopo l’agenzia americana “Little Leapling Photography”, leader del settore, anche in Italia si sta diffondendo l’offerta da parte di singoli o di associazioni che esaltano le qualità tecniche dei fotografi professionisti capaci di cogliere e immortalare momenti “irripetibili” dei primi istanti di vita del neonato.
Tuttavia alcune fonti storiche sostengono che nove secoli addietro, in Italia, avvenne il primo parto pubblico dell’era moderna.
Il 26 dicembre del 1194 Costanza d’Altavilla, nonostante l’avanzato stato di gravidanza, mentre attraversava le Marche per raggiungere il consorte, l’imperatore Enrico VI di Svevia incoronato il giorno prima a Palermo re di Sicilia, fu colta dalle doglie. Il corteo imperiale fu costretto a fermarsi a Jesi, dove fu allestita una tenda sulla pubblica piazza.
Costanza, primipara quarantenne, volle dissipare i dubbi esistenti sulla veridicità della sua gravidanza otto anni dopo il matrimonio. Nella grande piazza del mercato nacque Federico II di Svevia, definito successivamente lo “Stupor mundi”.
Luigi Scaringello, molto stimato sia nel campo della medicina ginecologica che in quello della Fotografia, coniuga, nel suo racconto fotografico, le due arti con rara professionalità.
La sua ricerca visuale è coerente con la sua attività di ostetrico; la sua duplice passione finalmente trova congiunzione in un’unica identità.
Niente sbavature nelle sue immagini, nessuna iperbole o ridondanza nella composizione formale (come al contrario sovente si fa per strappare il facile applauso), ma l’attenzione giusta, discreta verso il travaglio della donna, il pianto del neonato che viene finalmente alla luce e l’ansia e la gioia della paternità. L’evento viene seguito con la partecipazione misurata di chi sa gestire tensione ed emozione, capace di trasmettere in chi guarda la scena nelle sue fasi più significative, utili alla comprensione dell’evento: i gesti importanti dell’ostetrica ritratta nella sua centralità, prima, durante e dopo il parto; il suo rapporto empatico con la mamma; quel raggio di luce che filtra da una finestra ad illuminare la sua mano mentre prescrive, sottolineando la funzione professionale.Non un compiacimento dell’autore, ma la consapevolezza di contribuire alla memoria di un patrimonio comune, importante contributo all’identità sociale.
Il racconto fotografico “#animaostetrica” è arricchito da alcune considerazioni del dott. Maurizio Gnazzi, ostetrico da più di vent’anni e attualmente Coordinatore Ostetrico della Mater Dei di Bari dove svolge con audacia la sua umanizzazione dell’Ostetricia.
L’obiettivo è quello di ridare centralità al rapporto Donna-Donna (Mamma-Ostetrica) e di evidenziare come il parto debba essere riportato alla sua naturale scansione di rapporto umano/tempi/ambiente in modo da ridurre al massimo l’invasività della tecnologia.
L’evento si svolge, nella penombra, senza la violenza di riflettori e di rumori. L’equipe si muove nel silenzio con gesti antichi e misurati, così come accadeva una volta nel calore della casa materna.
La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 20.30.
Il sabato e la domenica dalle 9.00 alle 18.00.
Ingresso libero.