1.12.2015 – In questi giorni è stata inaugurata a Milano la Triennale e siamo lieti di sapere che quest’anno c’è un po’ della nostra Puglia in esposizione.Da Putignano è partita verso Milano una produzione nata in casa Teatro Pubblico Pugliese sostenuta dallo strategico ICE, un progetto che ha voluto curare molte azioni artistiche tra cui la Taranta e il Medimex. La performance è firmata da Luigi Presicce ed è stata selezionata in una foto versione XL dal curatore della esposizione milanese “Ennesima. Una mostra di sette mostre sull’arte italiana”, Vincenzo De Bellis (anche lui pugliese, anche lui da Putignano).
“Santo Stefano, i coriandoli, le pietre”, questo il titolo dell’opera, era tra i cinque lavori presentati da artisti internazionali nel più grande “Carnaval visual art”, un progetto di commistione artistica tra Arte contemporanea e Carnevale, curato di Giusy Caroppo, con il coordinamento scientifico della Fondazione Museo Pino Pascali.
Gli artisti avevano affrontato, nel loro percorso creativo, tematiche inerenti al tema dell’identità e della maschera tramite modalità di ricerca e produzione che afferiscono all’arte relazionale e a tematiche socio-politiche.
Luigi Presicce aveva presentato l’opera, ora esposta a Milano, il 29 maggio scorso nella Chiesa di Santo Stefano a Putignano. Una performance per un solo spettatore alla volta, accompagnato. L’opera è ispirata a quello che viene considerato il primo martirio della storia: la lapidazione di Santo Stefano, figura mistica cui è legata la nascita di uno dei carnevali più antichi del mondo, quello di Putignano in Puglia. Qui, alla fine del Trecento, alcuni contadini intenti a innestare le piante di vite si unirono festanti al corteo dei Cavalieri di Malta che, provenienti dalla città di Monopoli, traslavano le reliquie di Santo Stefano al fine di proteggerle dagli attacchi dei saraceni.
Fonte di ispirazione iconografica l’“Autoritratto con maschere”, opera del 1899 dell’artista espressionista belga James Ensor. Si distinguono, dunque, la figura del Santo (per tradizione rappresentato con alcune pietre conficcate in testa) e ad ampliare la teatralità e la visione prospettica della scena, un gruppo di anziani contadini mascherati, posizionati su un carro, che rimandando a loro volta a “L’albero di Guernica”, pellicola di Fernando Harrabal in cui il regista si serve di colte citazioni dalla pittura spagnola e nordica.
La mostra sarà visitabile fino al 6 marzo 2016, dal martedì e domenica, 10.30/20.30. (Lunedì chiuso).