26.06.2020 – Marco e Mario Morrone, foggiani di 26 e 30 anni, hanno dato vita alla prima piattaforma on line che permette ai ristoratori di scegliere l’olio più adatto alla propria cucina, acquistando direttamente dai produttori locali.

Olivante, questo il nome del progetto, è risultato vincitore del bando Pin – Pugliesi Innovativi e di un finanziamento a fondo perduto della Regione Puglia di 30 mila euro.

Il resto l’hanno poi fatto l’inventiva e la capacità di questi due fratelli che, tornati nella loro terra, hanno deciso di cimentarsi in una impresa molto interessante che, non solo permette di mettere in contatto ristoratori e produttori di olio, senza alcun intermediario, con notevole risparmio economico, ma hanno anche contribuito alla diffusione della cultura dell’olio, ben più vasta di ciò che si pensa.

Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Mario Morrone, CEO di Olivante, che ci ha raccontato come è nato il progetto e come funziona la piattaforma.

olivante

Come nasce e come funziona il progetto Olivante?

Tutto è partito dalla scelta di provare a vendere olio via web cercando di combinare le mie competenze nel digitale con un mercato molto tradizionale. Scegliemmo un produttore di olio pluripremiato della provincia di Foggia, ma non molto conosciuto, ed iniziammo l’attività. Il mercato dell’olio, infatti, è fatto di piccole e medie imprese, molte delle quali sconosciute. Noi volevamo creare qualcosa per far conoscere proprio tutte queste piccole realtà locali che non possono raggiungere facilmente il mercato, da un lato perché i costi della grande distribuzione sono elevati, dall’altro perché molti di loro non hanno quelle competenze digitali necessarie per farsi conoscere sul web.

Così Marco, che all’epoca studiava a Bergamo, iniziò a bussare alla porta di diversi ristoranti della città per far provare l’olio pugliese. Un banco di prova importante e una prima validazione dell’idea che diede la spinta per proseguire nel progetto e sviluppare la piattaforma web.

Il progetto è molto semplice. Il ristoratore ha a disposizione una Guida agli Abbinamenti e la Carta degli Oli di Olivante, documenti redatti con l’aiuto di esperti del settore e panel, con la quale sceglierà prima l’olio che più si adatta alla propria cucina e solo in un secondo momento sceglierà l’azienda che produce quella specifica varietà. Al resto pensiamo tutto noi: riceviamo l’ordine e il pagamento; inviamo il nostro corriere partner dal produttore per ritirare e spedire direttamente il pacco (le scatole le forniamo gratuitamente noi al produttore); A fine mese versiamo tutte le somme ricevute al produttore che ci farà un’unica fattura complessiva (meno carte, meno fastidi). 

Come hanno reagito i produttori e i ristoratori all’idea? Avete trovato consensi o diffidenza?

Abbiamo un modello di business completamente diverso dai competitor ed è stato un fattore particolarmente apprezzato, soprattutto sul lato dell’offerta.

Abbiamo superato le 100 richieste da parte dei produttori da tutta Italia in un paio di mesi, chiudendo 15 contratti da 4 regioni diverse entro il terzo mese (obiettivo previsto per il sesto mese).

Una volta pronta l’offerta, abbiamo iniziato la fase di acquisition lato ristoratori che stanno dimostrando lo stesso interesse ed entusiasmo. I vantaggi per i ristoratori sono ancor più evidenti, non solo perché riescono ad acquistare l’olio risparmiando più del 30% ma soprattutto perché apprezzano la varietà di oli disponibili, ognuno con delle caratteristiche specifiche per la propria cucina. 

A che punto è il progetto attualmente e cosa vi aspettate dal futuro?

Il periodo di lockdown ha sicuramente rallentato la nostra road map ma non per questo ci siamo demoralizzati. Abbiamo chiuso la nostra “fase uno” con i numeri di cui sopra e siamo partiti con la ristorazione e le prime vendite. La “fase due” prevederà un ampliamento dell’offerta di cultivar e l’implementazione della piattaforma per automatizzare ancor meglio il processo d’acquisto dei ristoratori.

L’obiettivo futuro più prossimo è raggiungere i 40 produttori affiliati per poi iniziare con la campagna di fundraising e aprire il capitale agli investitori. 

Qual è la “cultura” dell’olio in Italia oggi? Vi siete fatti una idea?

L’idea è che sia molto in ritardo rispetto ad altre categorie alimentari come il vino o i latticini.

Non c’è ancora stato il passaggio di paradigma da “condimento” ad “alimento”, come si usa spesso dire tra gli addetti ai lavori. Siamo molto, troppo legati alla tradizione, sulle metodologie produttive e comunicative, il che limita l’ingresso della tecnologia nelle aziende con conseguente ritardo sulla produzione, rispetto ad altre nazioni, e sulla crescita commerciale.

Piattaforme come la nostra contribuiscono sicuramente ad un upgrade sia a livello culturale sia sui processi aziendali. 

Cosa significa per voi lavorare nel vostro territorio e contribuire ad accrescere il suo valore?

Olivante è un progetto che abbraccia il settore olivicolo di tutto il Paese, fortuna vuole che il 51% della produzione italiana sia in Puglia ed essere vicini al “camino” ci aiuta sicuramente.

Lavorare nel proprio territorio, quando ovviamente il progetto riguarda quello specifico contesto, è molto appagante perché misuri prima e con mano gli effetti che stai producendo. Un po’ come se stessimo restituendo in parte qualcosa e la regione Puglia si è impegnata molto in questi anni nell’incentivare attività innovative come la nostra.  

Grazie a Mario Morrone per il tempo che ci ha dedicato.

Auguriamo a questa nuova realtà di continuare a crescere sempre di più!

http://www.olivante.it

Manuela Bellomo