L’iniziativa è partita da Venezia e si è diffusa velocemente in tutta l’Italia come gesto simbolico di solidarietà nei confronti dei migranti che, per sottrarre se stessi e le proprie famiglie a guerre, catastrofi e persecuzioni politiche e religiose, sono costretti ad affrontare sfide terribili, umiliazioni e sofferenze, andando spesso incontro alla morte.
La marcia a piedi scalzi è un modo per gridare a gran voce la necessità dei cambiamenti opportuni delle politiche migratorie europee e globali:
– 1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature;
– 2. accoglienza degna e rispettosa per tutti;
– 3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti;
– 4. creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.
L’appuntamento principale è fissato a Venezia venerdì 11 settembre: la marcia raggiungerà il cuore della Mostra Internazionale del Cinema in corso di svolgimento al Lido.
Per quanto riguarda la Puglia hanno aderito vari comuni tra cui Bari, Lecce, Bitonto, Bisceglie e Barletta.
Per Bari l’appuntamento è il 10 Settembre in piazza del Ferrarese, alle ore 17.30 per poi attraversare il centro cittadino fino ad arrivare in piazza Umberto.
Per Lecce l’appuntamento è l’11 Settembre da Porta Napoli alle ore 18:30.
Per Barletta si marcia l’11 Settembre da Piazza Caduti di tutte le guerre alle ore 19:30.
Bitonto ha aderito l’11 Settembre dalle ore 19 con partenza da piazza Cavour anche qui attraverso le vie del centro cittadino.
Bisceglie invece ha aderito per il 12 Settembre e si parte alle ore 19 da Piazza Diaz per via Aldo Moro, Piazza San Francesco, la villa comunale sino a raggiungere via Marconi.
Riportiamo il testo dell’appello lanciato dai promotori della “Marcia delle donne e degli uomini scalzi“:
«È arrivato il momento di decidere da che parte stare. È vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere.
È difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro a una barca, a un tir, a un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del 21° secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle. La marcia degli uomini scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà».