22.05.2024 – Torna a Bari la rassegna Experimenta, giunta alla XXV edizione, stavolta sotto le vesti di OBS, Obsolescenza controllata. Organizzata dalla Cooperativa A/Herostrato con il patrocinio del Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Bari, coordinata da Tommaso Liuzzi e Gianluigi Trevisi, la kermesse si caratterizza per un taglio decisamente orientato alla valorizzazione di artisti provenienti da generi e paesi diversi e molto distanti tra loro.
Dopo la prima data del 17 maggio, all’ Officina degli Esordi, nella quale si è esibita la nota sound artist, artista visuale e scrittrice di origini cinesi e malesi Flora Yin-Wong e la dj canadese di origine etiope Venetta, sabato 18 maggio nella medesima location è stata la volta di Steven Brown, leggendario leader dei californiani Tuxedomoon, formazione post punk, a presentare il suo ultimo album solista “El Hombre Invisible” (Crammed Discs) uscito dopo oltre trent’anni da “Half Out”, che racconta i quasi trent’anni di vita in Messico, il suo amore infinito per la bellezza della natura e delle persone della città di Oxaca.
Ad aprire l’attesissimo live, letteralmente sold out in ogni ordine di posti, la performance audio video di AutOmaty (al secolo Alex Acevedo), musicista, sound designer e sperimentatore elettronico venezuelano, residente da anni a Berlino che, accompagnato dall’artista visiva, regista e scenografa anch’essa venezuelana Datalumi (Katerine Sultan) ha saputo introdurre con stranianti immagini di mondi immaginari e melodie subliminali, l’eccellente performance del cantante e polistrumentista statunitense, classe 1952.
Accompagnato dallo storico trombettista dei Tuxedomoon Luc Van Lieshout all’armonica, flicorno e tromba e dal francese Benjamin Glibert, leader del gruppo pop sperimentale francese Aquaserge al basso e chitarra, Steven Brown, in total black look, emozionato per il suo ritorno a Bari, appare sin da subito in perfetta forma ed inizia a suonare al piano il brano “Warning” tratto da “El Hombre Invisible”.
Perfetta l’intesa tra i vari musicisti sul palco, in una alchimia sonora essenziale ma straordinariamente avvolgente. La voce calda e suadente di Steven sembra da subito ammaliare il pubblico di appassionati giunti da tutta la regione per l’evento. Dalle timbriche dei brani di “El hombre invisible” ben si evidenziano i colori e le asprezze dei territori messicani, in bilico tra senso di attesa e improvvise divagazioni che a tratti riportano a certe sonorità morriconiane per l’uso dell’armonica.
Alternandosi sapientemente tra piano, clarinetto e sax, Steven Brown presenta le sue canzoni in italiano in una scaletta di oltre quattordici brani, sapientemente scelti tra i più significativi della sua carriera artistica. Struggente l’interpretazione di “Dutiful Beautiful” così come momenti di intenso lirismo si raggiungono con la toccante “Un giorno dopo l’altro” dell’amatissimo Luigi Tenco tratto dall’album tributo “Steven Brown plays Tenco” pubblicato nel 1988.
Immancabile del repertorio dei Tuxedomoon “In a Manner of Speaking” vera e propria perla, cantata a gran voce dal pubblico entusiasta, a cui seguiranno, in un crescendo di emozioni, la lunga sezione strumentale “The book”, una riflessione sulle sopraffazioni ancora oggi dettate dalla religione e a chiudere l’eccellente performance “It ocurred to me”.
Un concerto denso di emozioni, intimo e personale, che non fa che confermare l’autenticità di un artista quale Steven Brown, ancora oggi capace di stupirci per la sua originalità espressiva e le sue qualità compositive mai banali, in bilico tra elettronica, sperimentazione e avanguardia.
Foro di Dario Nigredo
Video e articolo di Claudia Mastrorilli