26.04.2016 – Molto atteso il ritorno di Mario Venuti, accolto da un pubblico numerosissimo al Teatro Forma di Bari, per il quarto ed ultimo appuntamento con la rassegna curata dal direttore artistico da Gabriele Zanini, che ha visto avvicendarsi artisti del calibro di Joe Barbieri, Fabrizio Bosso & Julian Oliver Mazzariello, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti.
Mario Venuti ha pienamente soddisfatto le aspettative di un pubblico decisamente preparato ed attento, conoscitore di ogni canzone del cantautore siracusano classe 1963, leader della formazione dei Denovo. Ad aprire il live, la talentuosa cantautrice pugliese Rita Zingariello che accompagnata da Vincenzo Cristallo alla chitarra e da Gianfilippo Dirienzo al basso, ha saputo regalare grandi emozioni con tre brani estratti dal suo ultimo album “Possibili percorsi ” (Digressione Music 2014 ) tra cui il singolo ” Eroe”, che ha partecipato con grande successo al concorso Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty – e “Scappa ” sul quale è stato di recente realizzato un videoclip finanziato attraverso una fortunata campagna di crowdfunding sulla piattaforma di Musicraiser .
Ma ecco salire sul palco Mario Venuti, jeans, giacca e t shirt rossa, intervistato dalla conduttrice di Telebari Barbara Cirillo per alcune brevi domande, sorteggiate tra le tante scritte dal pubblico sulle cartoline presenti nel foyer. Mario Venuti appare un po’ imbarazzato nel “parlare di sé” , ma disponibile come sempre risponde esaustivamente ai tanti quesiti .”La mia musica non è legata in maniera così forte alla Sicilia. Mi è sempre piaciuto pensare alla mia terra come un ponte verso il mondo. Ho sempre guardato oltre e credo, continuerò a farlo”, dichiara. E alla domanda su Franco Battiato, racconta del suo incontro tanti anni orsono nel periodo in cui era il leader dei Denovo. “Battiato produsse l’ ultimo anno dei Denovo prima che ci sciogliessimo. Lavorare con lui è stato un immenso onore e per me è stata una presenza familiare, come lo conoscessi da sempre sin dal nostro primo incontro. Il maestro è presente anche nel brano “I capolavori di Beethoven” del mio ultimo album “Il tramonto dell’ occidente”, la sua voce così intensa ed evocativa sembra racchiudere in un solo attimo tutto il suo universo” asserisce il cantautore siciliano.
Comincia ora l’atteso concerto. Sul palco solo un pianoforte a mezza coda e due chitarre. L’emozione è tanta quando Mario Venuti seduto al pianoforte inizia ad intonare la struggente “E’ stato un attimo” cantata in duetto con il pubblico, a cui seguirà la toccante “Un altro posto nel mondo” . Mario Venuti imbraccia la chitarra per un tributo ad Umberto Bindi con “Arrivederci” interpretata magistralmente, per poi proseguire con uno sguardo all’ amato Brasile, con “Fortuna”. In un crescendo di emozioni, con il pubblico letteralmente rapito, il live prosegue con un ritorno al passato con alcuni brani dei Denovo ed altri tratti dai suoi primi album solisti come “Nina Morena” (da “Microclima” 1996), “Crudele” (presentato al Festival di Sanremo del 2004) e “Bisogna metterci la faccia”. Non esiste una vera e propria scaletta del concerto sottolinea Mario Venuti, che sembra così sospinto dall’entusiasmo del pubblico a concedersi in un alternarsi di brani vecchi e nuovi come “Ventre della città”, fortunatissimo singolo tratto dal suo ultimo album “Il tramonto dell’ Occidente” (Musica & Suoni- Microclima – 2014 ) , “Quello che ci manca” e “Passau a Cannalora” cantata in dialetto siciliano che racconta della festa di sant’ Agata, patrona della città di Catania.
Venuti appare visibilmente soddisfatto per l’ empatia che si è venuta a creare sin da subito con il pubblico barese preparatissimo, invitato così a richiedere i successivi brani da eseguire. E così la volta di “Per causa d’ amore”, “Gli amanti di domani “, “E’ già domani”, “Il paradiso non è per te” cantata praticamente in duetto con il pubblico, “Adesso con chi stai ” , una toccante versione di “Il mondo” e ancora a grande richiesta “Fammi il piacere”, “Qualcosa brucia ancora” e il tormentone “Veramente”. Applauditissimo per la performance generosa ed impeccabile, il cantautore siciliano torna sul palco per concedersi ancora in una versione al pianoforte della bellissima “Echi di infinito” (cantata nel 2005 da Antonella Ruggiero al Festival di Sanremo) per poi tornare alla chitarra con ” Mai come ieri ” , la travolgente ” Metto a ferro e fuoco” e chiudere con “Amore di plastica”.
Standing ovation meritatissima dopo quasi due ore di concerto nel quale Mario Venuti ha ancora una volta dato prova del suo indiscutibile talento che lo annovera tra i migliori songwriter italiani degli ultimi trent’anni, autore di canzoni mai banali, raffinate ed originali, in bilico tra rock, pop e sonorità brasiliane.
Claudia Mastrorilli
Foto di Alberto Peconio