5.10.2023 – A distanza di tre anni dalla precedente intervista, eccoci nuovamente a parlare di musica con il maestro flicornista Dario Savino Doronzo, che a quattro anni dal suo precedente progetto discografico “Reimagining Opera” pubblicato per la prolifica Digressione Music di don Gino Samarelli nel luglio 2019, ci presenta il suo nuovo cd “Reimagining Aria” in duo per il progetto Re-imagine con il pianista di Cerignola Pietro Gallo a cui si aggiunge come ospite Gabriele Mirabassi al Clarinetto in tre tracce e Daniele Sardone alle composizioni, pubblicato anch’esso per la medesima etichetta nel maggio scorso.

Entrambi gli album fanno parte del progetto “Reimagining”, teso ad omaggiare il passato per dialogare con il presente, in simbiosi tra classicità e modernità, ripercorrendo un cammino singolare, in perfetta sinergia con il pensiero del filosofo francese Paul Ricouer: le musiche- alter ego dei testi – si elevano al di sopra delle intenzioni degli autori che le hanno create per produrre e (ri)creare un altro significato, autonomo e nuovo, in cui la spiegazione e comprensione sono unite, e non opposte, nel processo interpretativo.

E’ andare oltre sé stessi, oltre ogni limite di tempo e spazio. Così se nel precedente cd si spaziava dalle Arie di Monteverdi (magistrale l’interpretazione di “Si dolce è ‘l tormento”) a Giacomo Puccini e Mascagni, in questo ultimo progetto il duo Re-Imagine, formatosi nel lontano 2014 con un prestigioso debutto presso la  Carnegie Hall di New York e con all’attivo numerosi concerti in Italia e all’estero (Texas, Canada, Argentina, Grecia, Portogallo, Serbia, Austria, Paesi Bassi, Turchia, New York, Albania, Svezia, Inghilterra) indirizza la sua ricerca musicale verso Arie Antiche di compositori italiani come Antonio Cesti (1623-1669), Antonio Caldara (1670-1736), Alessandro Scarlatti (1660-1725), Benedetto Marcello (1686-1736), Giulio Caccini (1551-1618), Francesco Cavalli (1602-1676) e Nicola Porpora (1686-1768) interpretate attraverso un approccio decisamente innovativo, orientato verso sonorità moderne di stampo jazzistico, ricco di contaminazioni che riecheggiano paesaggi e culture lontane, in una continua alternanza di momenti percussivi e moti cromatici, fino ad intrecciarsi con il bel canto popolare.

Le nuove composizioni diventano così parafrasi inedita del mondo classico, le idee musicali dei celebri compositori barocchi creano così terreno fertile alla maestria compositiva del duo e Di Daniele Sardone che le reinterpretano attualizzando le strutture musicali, destrutturandole e ricomponendole come in un puzzle, senza mai tradire la sacralità della tradizione classica, in un continuo gioco di flash-back e flash-forward. Sin da un primo ascolto si è letteralmente rapiti dal lirismo del flicorno come nel brano d’apertura “Intorno all’ Idol mio” che ben si intreccia con il piano più introspettivo di Gallo, che alterna ora toni più grevi come nel secondo brano “Sebben, crudele” impreziosito dal clarinetto di Mirabassi, ora maggiormente dinamici come in “Chi vuole innamorarsi”. La nostalgia per paesaggi e culture lontani riecheggia in “Quella fiamma che m’accende” di Benedetto Marcello mentre nel successivo brano “ Tu chai le penne, amore”, la cellula ritmica originaria, libra in un soffice volo simile a quello di una piuma nel cielo. Si giunge così a conclusione con “Delizie contente che l’alma beate” di Francesco Cavalli e con brevi cenni del “Dall’amor più sventurato” di Nicola Porpora, in cui riecheggiano semplici nuclei sonori atti a disciogliersi nella quiete finale.

 Intervista

Abbiamo avuto il piacere di parlare del progetto con il maestro Dario Savino Doronzo.

Maestro, abbiamo concluso la precedente intervista con una celebre frase di Italo Calvino “un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire ”proprio per evidenziare la prolificità del vostro progetto artistico, teso ad una instancabile ricerca e sperimentazione in simbiosi tra mondo classico e moderno. Come vi siete orientati questa volta nella scelta dei brani di compositori barocchi anche non troppo conosciuti al pubblico?

Si, per noi la scelta dei classici da cui partire per la nostra sperimentazione artistica è stata molto importante. Non era solo fondamentale ‘recuperare’ Arie Antiche famose, ma ricercare quelle a cui potevamo ‘dare qualcosa’, a cui poter aggiungere quel tassello di congiunzione con il moderno.

Ecco perché abbiamo scelto loro! Hanno toccato le corde del nostro cuore e soprattutto ci hanno dato la possibilità di darle quel lustro che molto spesso viene dimenticato, a favore di arie più convenzionali. Il lavoro compositivo dell’amico e collega Daniele Sardone manifesta – a tutto tondo – l’idea e il concept del nuovo album.

Ciò che stupisce sin dal primo ascolto, oltre ad una purezza e perfezione esecutiva dei brani, è l’assoluta energia espressiva che caratterizza l’intera opera discografica all’interno della quale il vero valore aggiunto è una costante metamorfosi, tesa ad una vera e propria creazione artistica che pur prendendo spunto dai brani originali tende ad esplorare nuovi territori musicali.

Da sempre ho considerato la musica come un flusso continuo privo di barriere, in che modo il jazz ha contribuito con l’improvvisazione e la totale libertà espressiva nell’approcciarvi al mondo classico? Come vi siete orientati per gli arrangiamenti dei brani?

Concordo appieno con la sua definizione di Musica. Nessuna barriera, nessun filtro. Questo non vuol dire dissacrare l’aurea della classicità, ma utilizzare una lente d’ingrandimento diversa con cui osservare queste opere, insomma una veduta diversa come del resto è la ‘vita’. Ognuno dà libera interpretazione alle proprie emozioni, esperienze, difficoltà in modo assolutamente personale e vario. È come essere affacciati da finestre diverse… ognuno guarda ciò che lo attrae. Io, personalmente, sono attratto e affascinato dalla ‘passione’ e i nostri lavori rispecchiano questo crescere di pathos, come essere su un’altalena con il cuore che ti batte per le risalite e le riscese.

L’improvvisazione rispecchia questo: legarsi alla musicalità originale con l’intento di aggiungere l’energia del moderno, come aggiungere congiunzioni ma soprattutto gli accenti!

Maestro, a che tipo di pubblico vi rivolgete? Avete mai avuto critiche da parte di musicisti classici che non hanno accettato le variazioni alle partiture originali?

Il nostro pubblico è eterogeneo, sia per interessi musicali che per età. Questo dimostra che, al di là del proprio background  personale, la musica possa oltrepassare alcune barriere che ci si crea.

Non ci sono mai state critiche o detrattori, in quanto non viene messa in dubbio la grandezza compositiva e la luminosità della Arie di partenza. Le ‘modificazioni’ non vanno ad interferire con il modello compositivo originale. Per la precisione, sono nuove composizioni ‘aperte’ accolte da qualsiasi tipo di pubblico interessato ad ascoltare Musica sicuramente più ‘inclusiva’ che combina il lirismo classico con l’improvvisazione moderna.

Progetti futuri del duo “Re-Imagine”. Avete già programmato delle date promozionali di “Reimagining Aria” in Italia e all’ estero?

Il calendario 2023/2024 prevede diversi concerti ed eventi per la promozione del nuovo album in Italia e all’estero. Siamo entusiasti all’idea di calcare nuovi palcoscenici e far conoscere la nostra musica al pubblico italiano ed internazionale. Io e il mio amico Pietro Gallo, siamo sempre stati affascinati dal pubblico estero, anche perché ci piace conoscere realtà diverse dalle nostre  e ‘assorbire’ come spugne stimoli e culture anche lontane dal nostro mondo. Tutto ciò ci serve a crescere e portare nel nostro paese e nella nostra musica un po’ di quello che viviamo.

Prossimamente ci muoveremo tra l’Europa, Australia e America. Nei nostri desideri ci sarebbe anche l’Africa. Tutto questo, ovviamente, parallelamente alla promozione del disco nel nostro amato paese.

http://www.dariodoronzo.it

Claudia Mastrorilli