5.04.2022 – Il nuovo album del gruppo ”Il Sogno di Rubik” è ”Stati equivoci dell’essere”, special guest Richard Sinclair (Caravan, Hatfield and the North and Camel) in foto con Francesco Festinante (compositore polistrumentista della band) in una pausa di registrazione, che viene dopo il successo precedente di ”Tentacles and Miracles”.
Il Sogno di Rubik pubblica il suo primo disco “Tentacles and Miracles”, il 21 giugno 2020 per la GTMusic con M.P.Edizioni Musicali.
Un concept album progressive punk-rock, dalle svariate classificazioni: popolare per il Canada, Pop-rock per Taiwan, metal/fusion per la Francia, Neo prog e RIO in Olanda.
Ottiene 9/10 di valutazione in Quebec-Canada (Profilprog: astro nascente per audacia e follia) ed è inserito nei migliori 40 dischi d’avanguardia del 2020 in Cina (Zhuanlan Zhihu).
Viene definito un capolavoro in Giappone (gardenshedcd), “persegue progressioni eclettiche fino al limite!” (Disk Union), “un disco straordinario” in Argentina (Gigantesgentiles), “un album maestosamente realizzato” in Francia (Rivista Big Bang nr.111), “un disco meraviglioso” in Messico, “un disco impressionante” in Russia, “un lavoro eclettico e dalla maestosità compositiva” su Melius club.
A Madrid/Spagna viene inserito in rotazione con King Crimson, Kansas, Jethro Tull, Vangelis, Yes, Marillion su Radio Mirage. A Rio De Janeiro su ProgSky con Osanna, Biglietto per l’inferno, The Winston, Rovescio della Medaglia, in Gran Bretagna su Progzilla Radio.
Nel nostro paese ne ha parlato Radio Vertigo, la prima original web radio registrata in Italia. Ricordiamo inoltre che la band ha ricevuto il benestare di Piero Pelù e Ghigo Renzulli, che li ha selezionati per la compilation commemorativa di “17re” e Rockit, il più grande portale di musica italiana, definendo la loro cover degna di nota.Un album, questa volta in italiano, ma sempre destinato ad un pubblico internazionale, distribuito da G.T. Music Distribution.
“Stati equivoci dell’essere” è il risultato di un percorso esplorativo molto intimo.
È la ricerca non solo di risposte sulla condizione umana e sulla sua possibile evoluzione, ma soprattutto di quelle domande, di una qualità superiore rispetto alle abituali, che possono darci l’opportunità di accedere a nuovi livelli di comprensione.
L’ascolto del respiro e delle parole che lo circondano, l’attenzione per le note e per le pause che le nutrono, e un riflettere intenso su ciò che volevano trasmettere, li hanno guidati nella creazione di pezzi che per loro rappresentano il perfetto contenitore in cui si amalgamano tutti i frutti del lavoro.
Dallo straordinario concetto celeste di sintropia a quello socialmente strumentalizzato di entropia, dai Santi al regno dei Quanti, dalle antiche religioni alla magia del misticismo orientale, da Calvino a Battiato, dall’Almanacco del giorno dopo all’eternità dei frattali, passando attraverso l’esperienza, tutto scorre spontaneamente in un flusso continuo di energia sino ad arrivare all’atto iniziatico finale.
Qui la terra e il nostro mondo interiore giungono al loro limite naturale per farci riscoprire che scienza e coscienza sono due facce della stessa medaglia.
Al cospetto dello Jerofante, che rappresenta la possibilità di vedere e comprendere il “sacro” dentro di noi, nasce e muore ciclicamente all’interno di un Uroboro universale, quella prodigiosa ed incerta condizione che ci fa sentire a volte svuotati e fuori posto, altre volte sicuri e pieni di energia in quanto posizionati esattamente nell’unico luogo possibile dove potremmo e dovremmo essere.
L’artwork è stato affidato all’artista fotografico Stefano D’Elia, che con le sue idee ed i suoi scatti, ha saputo dar vita proprio a quegli stati equivoci dell’essere cosi preziosi e necessari per la nascita di nuovi paradigmi.
L’osservazione e l’indagine interiore sono stati i punti di partenza di questa “Odissea” musicale che, più che una mera rappresentazione, vuole essere l’incipit di un’opera ancora in divenire, che a più riprese, si sforzerà di penetrare sempre più a fondo l’inconoscibile al fine di comprendere la bellezza e l’unicità dell’esistenza.
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Vito Piepoli